Il rapporto del FMI ha scatenato un terremoto politico in Europa. Ambrose Evans-Pritchard

Il rapporto del FMI ha scatenato un terremoto politico in Europa. Ambrose Evans-Pritchard

"La Grecia non può sopportare ulteriori misure di austerità"

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Il report riservato del FMI nel quale si sostiene che il debito della Grecia è alle stelle e gli obiettivi di avanzi primari fissati da Atene non possono essere raggiunti ha scatenato un terremoto politico in Europa, spiega Ambrose Evans-Pritchard, International Business Editor del quotidiano britannico 'The Daily Telegraph'. 

Le conseguenze sono esplosive. Il documento equivale a un avviso che il FMI non prenderà parte a nessun pacchetto di salvataggio della UEM per la Grecia, a meno che la Germania e le potenze creditrici finalmente decidano una radicale riduzione del debito.
 
Questo complica notevolmente l’accordo di salvataggio concordato dai leader dell’eurozona nella maratona dei colloqui del fine settimana, in quanto la Germania insiste sul fatto che il salvataggio non può andare avanti a meno che non sia coinvolto anche il FMI.
 
Il rapporto sostiene che i controlli di capitale e l’arresto del sistema bancario greco hanno completamente cambiato il quadro delle dinamiche del debito, una critica implicita sia del governo greco che delle autorità della zona euro per essersi lasciato sfuggire di mano lo scontro politico.
 
Solo la remissione del debito non sarebbe sufficiente. Ci dovrebbe anche essere una “nuova assistenza”, e forse “espliciti trasferimenti annuali al bilancio greco”.
 
Questo è il peggior incubo degli Stati creditori del nord. Il termine “unione di trasferimento” è una espressione divenuta impronunciabile nel dibattito politico tedesco da quando la crisi del debito è scoppiata nel 2010.
 
Lo sfondo di questo improvviso cambiamento di posizione è quasi certamente politico. Segue a una forte spinta per la riduzione del debito nei giorni scorsi da parte del Tesoro degli Stati Uniti, la voce dominante nel consiglio di amministrazione del FMI a Washington. 

Le conclusioni del rapporto "convalidano ciò che il governo greco di Syriza ha detto fin dall'inizio. Il debito non può essere pagato. Qualsiasi formula che non riconosce questo semplicemente causerà una crisi ancora maggiore in futuro".

Il messaggio di fondo della relazione, dice l'analista, è che la Grecia è impantanata in un problema profondo e non può sopportare ulteriori misure di austerità. "Questo è difficile da conciliare con le ultime richieste dei creditori dell'UEM sui tagli alle pensioni, aumento delle imposte e aggiustamenti fiscali pari a 2 punti percentuali del PIL per il prossimo anno". 

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