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"In Messico c'è più democrazia che negli Stati Uniti": López Obrador risponde alle critiche di Washington
Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha risposto alle dichiarazioni di diversi funzionari del Dipartimento di Stato USA,, che hanno espresso preoccupazione per il pacchetto di riforme elettorali promosso dal governo del Paese latinoamericano.
"Cosa dico, con tutto il rispetto, al signor [Antony] Blinken, [capo] del Dipartimento di Stato? Che attualmente c'è più democrazia in Messico che negli Stati Uniti", ha dichiarato il presidente durante la sua consueta conferenza stampa.
Il leader messicano ha inoltre ricordato che gli Stati Uniti “seguendo la loro cattiva abitudine, interferiscono sempre in questioni che non li riguardano”, e denunciato che Washington continua ad applicare la Dottrina Monroe, un approccio alla politica internazionale adottato dalla Casa Bianca nel 1823 e che li fa "sentire il governo del mondo".
"Aprovecho para contestarle al Departamento del Estado de EUA que como es la mala costumbre, siempre se inmiscuyen en asuntos que no les correspondes... le digo a Antony Blinken @ABlinken que hay más democracia en México que en EUA": López Obrador @lopezobrador_ pic.twitter.com/IxpdZPmK6q
— Salvador Zaragoza Andrade (@SalvadorZA) February 28, 2023
López Obrador inoltre ha aggiunto che il Messico è un Paese più democratico degli Stati Uniti perché “governa il popolo”, mentre negli Stati Uniti, ha detto, governa l'oligarchia.
In questo contesto, ha sottolineato che la posizione contraria alle riforme elettorali messicane non proviene solo dal Dipartimento di Stato, ma anche dall'élite e dai media statunitensi, come il Wall Street Journal, che ha accusato di dare uno spazio sproporzionato alla "marcia dei corrotti", la mobilitazione che si è svolta domenica scorsa in quasi 100 città messicane a favore dell'Istituto Nazionale Elettorale (INE).
"Invece di intromettersi, di agire in modo ingerente nei nostri affari, se vogliono continuare con la stessa politica, dovrebbero guardare a ciò che sta accadendo in Perù, dove l'ambasciatore statunitense è il consigliere dei golpisti", ha denunciato López Obrador, che si è espresso contro la destituzione e l'incarcerazione dell'ex presidente Pedro Castillo, avvenuta lo scorso dicembre.
Il presidente ha invitato i funzionari statunitensi "ad ascoltare il presidente Biden", di cui ha detto che pensa diversamente dal suo gabinetto, poiché "parla sempre di uguaglianza".
Lunedì, durante un incontro con i giornalisti, il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price ha dichiarato che Washington, pur rispettando la sovranità del Messico, sostiene sistemi elettorali indipendenti e "democrazie sane", secondo quanto riportato da Reforma.
Nel frattempo, venerdì scorso, il sottosegretario del Dipartimento di Stato per gli Affari dell'Emisfero Occidentale, Brian Nichols, ha fatto riferimento al dibattito in Messico sulla riforma elettorale e ha ribadito il sostegno della Casa Bianca a "istituzioni elettorali indipendenti che abbiano le risorse per rafforzare i processi democratici e lo Stato di diritto".