India: primo si del Parlamento su liberalizzazioni
Via libera della Camera Bassa alla storica apertura del paese alle catene di supermercati stranieri
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Dopo due giorni di accesi dibattiti, la Camera Bassa indiana approva mercoledì il pacchetto di liberalizzazione alle catene di supermercati stranieri, segnando un importante vittoria per l'agenda riformista del governo di Nuova Delhi. Il voto non era vincolante, ma una sconfitta avrebbe significato la fine del programma economico di Manmohan Singh volto ad aprire il paese anche in altri tre settori vitali - aviazione, pensioni ed assicurazioni - decisivi per spingere l'economia fuori da una stagnazione preoccupante. Praful Patel, il ministro dell'industria ha assicurato come gli investimenti esteri “non distruggeranno il mercato locale”. La vittoria – dovuta all'astensione di due potenti partiti regionali - dà quindi alla fragile compagine governativa la spinta decisiva per il voto di venerdì alla Camera Alta.
L'annuncio delle riforme nel settembre scorso ha causato la spaccatura della coalizione governativa – ora minoranza nel Parlamento - e la protesta di milioni di kirana, i piccoli negozianti locali. Sushma Swaraj, il leader del principale partito d'opposizione Bharatiya Janata ha fatto oggi appello diretto al governo di combattere per gli indiani "non per gli stranieri". Mulayam Singh Yadav, un alleato del governo che si oppone all'apertura dei negozi stranieri, ha invocato la memoria del Mahatma Gandhi, il quale brucio' i vestiti stranieri per protestare contro l'invasione di prodotti inglesi.
Gli investitori stranieri dovranno comunque rispettare alcune condizioni: un investimento minimo da 100 milioni di dollari, la possibilità di aprire negozi solo in città con minimo un milione di persone, ed utilizzare almeno il 30% di prodotti indiani.