Interferenze al volo di Von Der Leyen: Bulgaria e Ue su posizioni diverse in un giallo che rasenta la farsa
Smentite, ritrattazioni e accuse politiche: il caso del jet della Presidente della Commissione Europea. Sofia prima nega un attacco GPS, poi dichiara “interferenze" dalla Crimea, infine parla di "pasticcio informativo"
di Francesco Fustaneo
Un giallo diplomatico e tecnico avvolge il volo della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, atterrato domenica in Bulgaria. Ma il confine con la bufala informativa, visti anche i precedenti da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina, è davvero assai labile. Quello che inizialmente era stato descritto come un sospetto attacco russo ai sistemi di navigazione del suo aereo si è trasformato in una saga di contraddizioni da parte delle autorità bulgare, che in sostanza hanno prima smentito, poi parzialmente ammesso e infine attribuito le responsabilità a un "pasticcio" politico interno.
Ma proviamo a ricostruire i fatti: Domenica scorsa, il jet che trasportava Von Der Leyen da Varsavia a Plovdiv, per una visita in una fabbrica di munizioni, ha incontrato problemi durante l'avvicinamento all'aeroporto. Secondo la ricostruzione iniziale del Financial Times, il pilota sarebbe rimasto senza segnale GPS per circa un'ora, costretto a sorvolare la zona e ad atterrare affidandosi a mappe cartacee e al sistema di atterraggio strumentale (ILS) di riserva. Fonti europee, affermando di aver ricevuto informative da autorità bulgare, avevano inizialmente parlato di un "jamming" (disturbo) dei segnali, di matrice russa, come causa dell'incidente, inquadrandolo in un più ampio fenomeno di guerra ibrida. Occorre premettere che, anche nel comunicato stampa di lunedì, diversamente dalle notizie circolate, i bulgari non hanno mai affermato che l'aereo sia stato costretto a girare intorno all'aeroporto per un'ora o che siano state utilizzate mappe cartacee durante l'atterraggio. Né hanno attribuito la responsabilità dell'incidente alla Russia, contrariamente a quanto affermato da note testate giornalistiche. La posizione ufficiale della Bulgaria è però cambiata più volte nel giro di pochi giorni. Giovedì, il Primo Ministro bulgaro, Rosen Zhelyazkov, ha dichiarato in Parlamento che i dati non mostravano "alcuna indicazione di interferenze prolungate", affermando che il transponder dell'aereo aveva trasmesso un segnale GPS "costante e di buona qualità" per tutto il volo.
Poche ore dopo, in una conferenza stampa improvvisata, Zhelyazkov ha parzialmente ritrattato, ammettendo che dall’avvio del conflitto “si verificano spesso interferenze radio lungo vasti tratti del confine orientale dell'UE”. Ha poi aggiunto un nuovo elemento, definendo la vicenda un "pasticcio informativo" creato dall'opposizione per "indebolire le istituzioni bulgare". Che Zhelyazkov abbia subito pressioni interne o dalla governance europea per questa sua parziale retromarcia, è ragionevolmente plausibile anche se non dimostrabile. Di fronte alle esternazioni di tenore variabile provenienti da Sofia, la Commissione Europea ha dal canto suo mantenuto una linea irremovibile. La vice portavoce Arianna Podestà ha ribadito che "c'è stata un'interferenza GPS" confermata” all'inizio della settimana dall'Autorità bulgara per il traffico aereo stessa”. Tuttavia, Bruxelles ha evitato di confermare i dettagli più drammatici della ricostruzione, come l'aereo in cerchio per un'ora o l'uso di mappe cartacee, sottolineando che "ciò che conta in definitiva è che l'aereo sia atterrato con successo".
A mettere in dubbio fin da subito la versione della Commissione Europea è stata però l’analisi di Flightradar24, un servizio di tracciamento dei voli generalmente molto affidabile. I loro dati mostrano che il volo è durato solo nove minuti in più del previsto e che il transponder ha sempre segnalato un buon segnale GPS, pur confermando il passaggio all'ILS per l'atterraggio. Flightradar24 ha precisato che problemi tecnici non legati a un attacco esterno avrebbero potuto causare il cambio di sistema.
Alla fine della fiera, dunque da un lato, Bruxelles mantiene la propria linea continuando a parlare di interferenze russe. Dall'altro, le autorità bulgare, in un delicato equilibrismo politico, sembrano divise tra la necessità di non stravolgere radicalmente la versione di Bruxelles e la reticenza a inasprire ulteriormente i rapporti con Mosca o a fornire carburante all'opposizione interna.