La "finestra" di Kurilla: Israele ha colpito l'Iran prima di perdere il suo alleato chiave?

Il comandante di CENTCOM, architetto dello scudo anti-Iran, spingeva per un intervento militare.Il suo imminente pensionamento avrebbe convinto Netanyahu ad agire

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La "finestra" di Kurilla: Israele ha colpito l'Iran prima di perdere il suo alleato chiave?

Una domanda inquietante serpeggia nei corridoi del potere: il tempismo dell'offensiva israeliana è legato all'imminente congedo del generale USA Michael Kurilla, il comandante di CENTCOM considerato da molti il più solido alleato di Israele nel Pentagono?

Kurilla, 59 anni, veterano di una carriera quasi quarantennale che risale alla prima Guerra del Golfo, è atteso al pensionamento quest'estate. La sua uscita di scena, secondo diverse analisi e fonti citate da media israeliani e statunitensi, potrebbe aver creato una "finestra di opportunità" che Israele non ha voluto lasciarsi sfuggire.

Già ad aprile, il giornale israeliano Ynet aveva coniato per Kurilla il titolo emblematico: "Il generale USA senza il quale Israele non vuole colpire l'Iran". Un rapporto interno USA sottolineava come analisti della difesa israeliani vedessero "chiudersi rapidamente" la finestra per un attacco di successo al programma nucleare iraniano, finestra che "potrebbe restringersi drammaticamente" con l'arrivo di un successore dalla posizione meno chiara.

"È un falco dei falchi", ha affermato Curt Mills, direttore esecutivo di American Conservative. "(Gli israeliani) sapevano di stare per perdere un alleato. Sapevano che i negoziati (con l'Iran) erano in corso. Gli iraniani avevano segnalato di essere vicini ad accettare un accordo pochi giorni prima dell'attacco... E nel frattempo, credo ci siano tutte le prove che Kurilla avrebbe quantomeno dato inizio al conflitto, fatto scoppiare il tappo, prima di andarsene".

Fonti citate da Responsible Statecraft e altri media suggeriscono che Kurilla non fosse semplicemente "aperto" a piani di attacco congiunti USA-Israele, ma ne fosse un attivo promotore all'interno del Dipartimento della Difesa. "Ha spinto per la guerra con l'Iran e lontano dalla diplomazia fin da prima che Trump entrasse in carica, in modi che hanno scavalcato i funzionari civili", ha dichiarato Justin Logan del Cato Institute.

Dan Caldwell, ex consigliere del Segretario alla Difesa Pete Hegseth, ha espresso dubbi sul tempismo: "Non penso sia una coincidenza... Prende una visione fondamentalmente diversa dell'importanza del Medio Oriente rispetto a molti altri nell'amministrazione. E pensa che una campagna militare contro l'Iran non sarebbe così costosa come altri credono... Molti vogliono vedere un'azione militare prima che si ritiri a metà luglio".

L'influenza di Kurilla deriva dal comando di CENTCOM, responsabile di un'area vastissima che include Israele, il Medio Oriente, l'Asia Centrale e parte del Sud Asia. Sotto la sua guida, è stato sviluppato un sofisticato sistema di integrazione militare regionale, battezzato da fonti israeliane "l'ombrello di Kurilla". Un sistema che ha dimostrato la sua efficacia nell'intercettare i massicci attacchi missilistici iraniani contro Israele nell'aprile 2024 e nell'ottobre 2024, coinvolgendo radar negli Emirati Arabi Uniti, in Qatar e una cooperazione silenziosa di Arabia Saudita e Giordania.

Kurilla ha sempre dipinto l'Iran come una minaccia esistenziale, spingendo per una strategia di "integratore di sicurezza" regionale contro le mire di Teheran. Ha anche cercato, con alterna fortuna, un approccio più aggressivo contro gli Houthi nello Yemen, sostenuti dall'Iran.

Ma non tutti a Washington condividono l'approccio di Kurilla. Figure chiave come il Sottosegretario alla Difesa per la Politica Elbridge Colby, il Vicepresidente J.D. Vance e il Direttore dell'Intelligence Nazionale Tulsi Gabbard hanno spinto per la via diplomatica. La tensione tra Colby e Kurilla è stata riportata da Semafor, con Colby contrario a spostare risorse militari dal teatro asiatico (dove la sfida cinese è prioritaria) verso il Medio Oriente.

Caldwell ha sottolineato i rischi enormi di un intervento diretto USA: "Se gli Stati Uniti si coinvolgono, c'è il rischio che possa diventare una delle più grandi catastrofi per la sicurezza nazionale che abbiamo visto negli ultimi 20-30 anni". Avverte che mentre alcuni vedono un'operazione congiunta come "priva di rischi", la realtà sarebbe ben diversa.

Con il congedo di Kurilla alle porte, la domanda rimane: Israele ha agito ora, sfruttando la presenza di un generale profondamente allineato e favorevole a un'azione decisa, prima che un eventuale successore potesse cambiare registro? Le pressioni per un intervento congiunto sono state così forti da contribuire anche all'allontanamento del consigliere per la sicurezza Michael Waltz a maggio?

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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