La guerra a Gaza è finita?
di Michelangelo Severgnini*
“L'accordo è finito e Hamas è pronto a tornare a combattere”, riportano alcuni media del Golfo.
“Oggi Hamas ha violato nuovamente il cessate il fuoco, inviando un terrorista nel territorio controllato da Israele per attaccare i soldati dell'IDF. In risposta, Israele ha eliminato cinque terroristi di alto rango di Hamas”, ha dichiarato l'ufficio del Primo Ministro israeliano.
Secondo l'Ufficio stampa del governo di Gaza al contrario, Israele ha violato il cessate il fuoco a Gaza almeno 497 volte in 44 giorni, uccidendo 342 civili dall’entrata in vigore del cessate il fuoco il 10 ottobre scorso.
Nel frattempo, le delegazioni di Egitto, Qatar e Turchia, presenti attraverso i capi dei servizi segreti egiziani e turchi e il primo ministro del Qatar, si sono incontrate martedì e mercoledì di questa settimana al Cairo per discutere la seconda fase dell’accordo.
L'incontro ha fatto seguito a una riunione di alto livello tra una delegazione di Hamas e il capo dei servizi segreti egiziani Hassan Rashad, tenutasi due giorni prima per discutere della seconda fase, che prevede il disarmo di Hamas, l'istituzione di un'autorità di transizione e il dispiegamento di una forza internazionale per mantenere la stabilità a Gaza.
Da quanto si è appreso, gli incontri al Cairo si sono concentrati sulla questione delle armi di Hamas.
Si è presa in considerazione una proposta che consentirebbe ai combattenti di Hamas di conservare temporaneamente solo armi leggere. Queste armi sarebbero poi consegnate a una forza di sicurezza che dovrebbe essere dispiegata in tutta Gaza.
Hamas fa sapere che accetterà sul suolo di Gaza solo forze straniere che abbiano l’autorizzazione e la benedizione del popolo palestinese. Il che sembra proprio il profilo di Egitto e Turchia, pronte a guidare la fila.
Nel frattempo però l'inviato speciale statunitense, Steve Witkoff, ha annullato l'incontro previsto per mercoledì di questa settimana con il principale negoziatore di Hamas, Khalil al-Hayya, a Istanbul.
Qualcuno dice che i leader di Hamas, al di là di tutto, si sono già impegnati a procedere al disarmo durante il loro ultimo incontro con Witkoff, ma pubblicamente il movimento ha rifiutato la proposta, per esempio condannando la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite della scorsa settimana.
In Israele si fa largo il sospetto che esistano accordi segreti tra Hamas e Witkoff, che riguarderebbero un nuovo profilo per Hamas, forse più presentabile, con qualche arma fatta sparire a favore di telecamera, lasciando però i tunnel dove sono con tutto quello che c’è dentro, mentre una forza musulmana internazionale, con l’autorizzazione e la benedizione del popolo palestinese, prenderà il controllo della Striscia, mettendone in sicurezza gli abitanti e garantendo la ricostruzione a beneficio dei palestinesi.
In questa direzione hanno spinto anche i colloqui al Cairo tra Egitto, Turchia e Qatar. Le prime due sarebbero pronte a passare alla fase 2, inviando propri soldati. Vanno chiariti solo alcuni aspetti pratici, tutt’altro che secondari però, circa il rapporto sul campo con le brigate di Hamas.
Israele è nervosa. Per questo spara. Per frustrazione. Per rappresaglia. Mentre i ranghi di Hamas si ricompattano sotto i loro occhi.
Tale per cui, la guerra a Gaza è finita? O no?
*Il testo è tratto dall'editoriale della puntata numero 14 di Radio Gaza
LA PUNTATA COMPLETA:

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