E' questa la vera lotta di classe (ma il proletariato sta a guardare)
Il Fondo Monetario Internazionale stima una crescita dell'8,4% in Cina, del 6,5% in Usa. Una ripresa a V, sostenuta da politiche monetarie e fiscali espansive, perlomeno in queste aree economiche.
La stessa ricostituzione delle scorte trascinerà l'economia mondiale per i prossimi 2 o 3 anni, ma ci sono tensioni sulle forniture di componenti dall'Estremo Oriente e gli stessi industriali veneti oggi chiedono che ci sia un accorciamento della filiera, altrimenti non sono in grado di reggere, a differenza della "globalizzazione" di fine anni novanta.
In più le politiche ambientali favoriscono l'economia circolare, dunque si accorciano le filiere. Ci sarà una trasformazione produttiva nell'ambito manifatturiero italiano, anche con concentrazione e centralizzazione dei processi produttivi.
Dopo 50 anni il decentramento produttivo viene abbandonato. Se a questo aggiungete che la generazione operaia degli anni '70 sta andando in pensione, favorita anche da Quota 100, gli industriali si trovano a dover allargare il bacino della forza lavoro e lo trovano nella strategia di diminuzione percentuale del lavoro autonomo e delle microimprese.
Internalizzare le fasi produttive corrisponde proprio alla creazione di lavoro salariato, che deve essere pur sempre reperito a livello territoriale e nazionale. Non mi stupirei che abolissero reddito di cittadinanza e lo modificassero perché il capitale industriale, dopo aver ridotto il lavoro salariato ai livelli degli anni 50, va all'attacco del capitale commerciale. Questa è l'attuale lotta di classe. Il proletariato subisce e sta a guardare, il fascismo aziendale lo tiene succube, ma se si svegliasse sarebbe il vero incubo del potere, come nel 1969.