L'Esercito israeliano ha fornito armi e soldi ai "ribelli in Siria, censurata notizia sul Jerusalem Post
L'IDF ha costretto il Jerusalem Post a rimuovere il suo articolo esplosivo dove di svelava come l'esercito israeliano ha fornito armi e denari ai ribelli siriani. Lo ha ha confermato a RT il caporedattore del quotidiano israeliano.
"Ci è stato detto dal censore militare dell'esercito di rimuovere quella parte dell'articolo", ha dichiarato David Brinn, capo redattore del Jerusalem Post, rispondendo a RT che aveva chiesto conferme su questa censura. Nell'articolo c'è scritto, "L'IDF conferma: Israele ha fornito armi leggere ai ribelli siriani," sostenendo che l'esercito israeliano ha riconosciuto per la prima volta di aver fornito denaro, armi e munizioni ai ribelli siriani. L'articolo è stato rimosso poche ore dopo essere stato pubblicato senza alcuna spiegazione.
Secondo Brinn, l'articolo è stato rimosso "per ragioni di sicurezza evidentemente". L'IDF ha dichiarato a RT che non avrebbe commentato la questione.
L'articolo su Jerusalem Post è stato rimosso poco dopo la pubblicazione, ma una versione dell'articolo può ancora essere letta utilizzando la cache di Google
Nel reportage si spiegava che i regolari rifornimenti di armi leggere e munizioni ai "ribelli" nelle zone che controllavano vicino al confine israeliano facevano parte dell'operazione 'Good Neighbor', che per Israele rappresentava come una missione umanitaria, incentrata sul fornire ai siriani "cibo, vestiti e carburante".
Israele ha armato almeno sette diversi gruppi armati nelle alture del Golan in Siria, secondo l'articolo, tale notizia era stata riferita anche da un altro quotidiano israeliano, 'Haaretz', lo scorso 19 febbraio. L''esercito israeliano, si sottolinea, credeva che fornire armi ai "ribelli" sarebbe stata "la decisione giusta" per cercare di tenere Hezbollah e l'Iran lontani dalle alture del Golan occupate da Israele con tali mezzi.
L'articolo cancellato fa seguito a un'altra importante rivelazione. Lunedì scorso, l'IDF ha confermato di aver effettuato oltre 200 attacchi contro 'obiettivi iraniani' in Siria nell'ultimo anno e mezzo.