Malala chiede il ritiro del suo nome dalla scuola di Mingora
In un paese dilaniato dalle violenze, la giovane attivista ha voluto evitare ritorsioni contro le studentesse
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La giovana attivista pakistana Malala Yousufzai - ferita gravemente dai talebani due mesi fa e divenuta da allora eroina internazionale della lotta al fondamentalismo islamico - ha chiesto alle autorità del Pakistan di ritirare la decisione di nominare una scuola di Mingora in suo onore. Ad annnunciarlo è stato il prefetto della valle di Swat, Kamran Rehman, che ha dichiarato ad AFP di aver parlato telefonicamente con Malala, ancora convalescente all'ospedale di Birmingham. "Ho trasmesso una lettera al governo provinciale e aspetto una risposta", ha aggiunto il responsabile, precisando che il padre della ragazza, Ziauddin, nominato nei giorni scorsi consigliere speciale dell'Onu per l'educazione, la pensava allo stesso modo. Dopo che alcuni studenti sono entrati nella scuola, hanno strappato le sue fotografie e boicottato le lezioni, Malala ha voluto con questa decisione difendere le ragazze delle scuola da possibili ritorsioni.
In Pakistan intanto non si fermano le violenze. Una bomba ha ucciso oggi il comandante delle milizie locali nel Sud Waziristan, Maulvi Abbas, legato a Hakimullah Mehsud, capo del gruppo militante pakistano Tehrik-e-Taliban. Lo riferiscono gli ufficiali dell'intelligence. Infine gli attacchi ai volontari dell'Oms e dell'Unicefimpegnati alla vaccinazione anti polio nel paese hanno costretto le due organizzazioni a ritirare la campagna. Undici volontari sono morti e diversi feriti per gli attacchi di gruppi fondamentalisti religiosi.