«Non siamo colonialisti», ma pronti a difendere ogni centimetro del nostro territorio. Xi Jinping agli USA
Incontro a Pechino tra il presidente cinese e il segretario alla Difesa statunitense Mattis
Nel mondo alla rovescia in cui viviamo il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, James Mattis, insinua che la Cina ha pretese colonialiste. Immediata è la risposta del presidente cinese, Xi Jinping, il quale sottolinea che Pechino ha alcuna ambizione coloniale ma è pronta a difendere ogni singolo centimetro del suo territorio. Una precisazione quasi doverosa vista la crescente tensione tra le due potenze sul Mar Cinese Meridionale e Taiwan.
L’ex generale statunitense si è recato a Pechino due giorni fa, per una visita istituzionale che lo condurrà anche in Corea del Sud e Giappone.
«Riguardo alla questione della sovranità e dell'integrità territoriale della Cina, il nostro atteggiamento è fermo e chiaro. Il territorio lasciato dai nostri antenati non deve essere perso. Non vogliamo condividere nulla con gli altri», ha detto Xi a Mattis con grande fermezza nella Sala Grande del Popolo a Pechino.
Mattis durante l’incontro a ribadito l’irremovibilità di Washington sulla questione. Anche se in seguito ha provveduto a smorzare i toni affermando che per gli Stati Uniti «hanno un elevato livello di importanza le relazioni militari» con la Cina.
E ancora più conciliante: «L'ampio Oceano Pacifico può ospitare Cina, Stati Uniti e altri paesi. La Cina e gli Stati Uniti dovrebbero promuovere lo sviluppo di relazioni bilaterali sul principio del rispetto reciproco e della cooperazione vantaggiosa per entrambe le parti».
Gli Stati Uniti, in ogni caso, mantengono sulla Cina una forte pressione militare. Infatti il cosiddetto Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti, è il più grande di cinque comandi combattenti geografici, ha circa 375.000 civili e militari. Oltre al Mar Cinese Meridionale, la presenza statunitense nella regione mina anche gli interessi di Pechino a Taiwan e nel Mar Cinese orientale, che Washington intende mantenere nella sua sfera di influenza.
Nonostante questo Xi ha espresso la speranza che le forze armate cinesi e statunitensi possano mantenere e costruire fiducia reciproca. «Rafforzare gli scambi e i meccanismi a tutti i livelli delle due forze armate contribuirà ad eliminare lo scetticismo e prevenire equivoci, errori di calcolo e incidenti».
A scanso di equivoci, il ministro della Difesa di Pechino, Wei Fenghe, ha chiarito che l’esercito cinese avrebbe «difeso fermamente la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi sullo sviluppo».