Nuova via sul Gran Sasso dedicata alla Palestina. Il Club Alpino Accademico insorge
Va bene condannare il genocidio, purché non si parli di resistenza...
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Il CAI, il club alpino italiano, dedica un percorso alpinistico alla Palestina. La via è dedicata a "tutti i palestinesi che lottano contro i sionisti". Cioè alla Resistenza.
E partono polemiche e censura da parte del Club Alpino Accademico che si rifiuta di riconoscere e catalogare la nuova strada. Perché? Perché, in sintesi, era accettabile che si dedicasse la nuova via al genocidio, alle vittime inermi, ma guai ad esaltare la resistenza del popolo palestinese contro il terrorismo di Israele, contro il sionismo.
Perché questo episodio è importante? Perché rispecchia un atteggiamento emblematico che contraddistingue, qualifica e descrive perfettamente la distopia cognitiva del dibattito attuale sulla Palestina, da parte del cosiddetto "mondo occidentale".
Chi vuole potrà approndire la vicenda attraverso le poche riviste di alpinismo che oggi ne danno notizia.
È sufficiente qui riportare la motivazione dell'accademia contro la decisione del Club Alpino italiano.
"1-Il CAAI non ha una posizione ufficiale in merito alle faccende politiche nel mondo, né è necessario ed opportuno che ce l'abbia, tanto più sulla questione Palestinese, veramente complessa nella sua globalità.
Facciamo quindi notare come LA DEDICA della salita "Dal Fiume al Mare" richiami la lotta politica (“dedicata a tutti i Palestinesi che lottano contro i Sionisti”) e non il genocidio di una comunità, sulla cui condanna si ritiene che non possano esserci dubbi."
L'affollamento mediatico dell'ultimo minuto (di VIP e meno vip) per solidarizzare con il popolo palestinese, dopo quasi due anni di orrore, di olocausto, di sterminio in diretta streaming, sembra rappresentare le stesse caratteristiche.
Il trendy del momento è assumere la tragedia di Gaza come "questione umanitaria", ma senza denunciare il colonialismo, senza additare i colpevoli, senza condannare la complicità, senza chiedere di interrompere ogni rapporto con Israele.
E, soprattutto, condannando la resistenza....