Pablo Hasel, in carcere per le sue opinioni. In Russia? No in Spagna (UNIONE EUROPEA)

Pablo Hasel, in carcere per le sue opinioni. In Russia? No in Spagna (UNIONE EUROPEA)

Il caso di Pablo Hasel prelevato ieri con la forza dall'Università di Lleedia. Il rapper dovrà scontare 9 mesi di carcere per le opinioni contro la casa regnante e la polizia espresse attraverso i social

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Ecco a voi l'Occidente. La sua "libertà", "democrazia", rispetto dei "diritti umani", della liberta di espressione" a nudo.

Siamo in Spagna (Unione Europea).

La scorsa notte, in Catalogna, il rapper Pablo Hasel è stato prelevato dalla polizia catalana dall'Università di Lleida dove si era rifugiato per non consegnarsi al carcere.

Dovrà scontare 9 mesi di prigione per 64 Tweet contro la monarchia spagnola e contro gli abusi delle forze dell'ordine.

Hasel è in prigione per aver espresso le sue opinioni. Niente di più. Niente di meno. 

 

 

Se invece di chiamarsi Pablo, il suo nome fosse Alexey, e il suo cognome invece di Hasel fosse stato Navalny avremmo avuto dirette in mondovisione per accusare il "dittatore" Putin dell'ennesimo sopruso. Ma avviene nell'Unione Europea che osa pontificare sul resto del mondo e quindi dell'arresto di Hasel se ne parla pochissimo e chi lo fa in Italia si limita a dare la notizia senza commento alcuno. Che ipocrisia.

 

LEGGI: Fake news: guida per smascherarle di Francesco Santoianni. Un libro unico in Italia!

 

 

Se fosse accaduto in Russia, Cina, Venezuela, Iran o altri paesi considerati avversari perché si ostinano a cercare una via alternativa dai diktat del Washington consensus, avremmo visto i comunicati delle cancellerie occidentali, a partire dalla Farnesina, dove si denunciava il mancato rispetto dei diritti umani con reiterati appelli alla libertà di espressione.

Per non parlare di tutta la sfilza di pseudo intellettuali pronti ad entrare in azione quando gli eventi si svolgono nei paesi nemici dei loro padroni.

La vicenda Hasel testimonia che l'Occidente è nudo e non può dare nessuna lezione sul rispetto dei diritti umani.

La scorsa settimana, la risposta del Ministro degli russo Sergei Lavrov al Rappresentante dell'UE Joseph Borrell che chiedeva la liberazione di Navalny è stata emblematica. 

Guardatela ancora, soprattutto oggi, perché è stato il più grande fallimento in politica estera dell'Unione Europea.

Francesco Guadagni

Francesco Guadagni

 

Nato nell'anno di grazia 1979. Capolavoro e mancato. Metà osco, metà vesuviano. Marxista fumolentista. S.S.C.Napoli la mia malattia. Pochi pregi, tanti difetti, fra i quali: Laurea in Lettere Moderne, Iscrizione all'Albo giornalisti pubblicisti della Campania dal 2010. Per molti anni mi sono occupato di relazioni sindacali, coprendo le vertenze di aziende multinazionali quali Fiat e di Leonardo Finmeccanica. Impegno di militanza politica, divenata passione, è il Medio Oriente. Per LAD Gruppo Editoriale ho pubblicato il libro 'Passione Pasolini - Un Viaggio con David Grieco', prefazione di Paolo Desogus. 

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