Perquisizione e sequestro in casa di Chef Rubio
Gli agenti antiterrorismo hanno sequestrato i dispositivi elettronici del noto chef-attivista. Rubio: "Non mi fermeranno”
di Francesco Fustaneo
A denunciare pubblicamente il fatto è stato lo stesso Rubio affidando la sua voce sui social al giornalista Alberto Fazolo.
La mattina del 17 luglio alle 7:00, si legge nel post diffuso da Fazolo, gli agenti della “Divisione investigazioni generali – Operazioni speciali. III Sezione Antiterrorismo Interno” della Questura di Roma hanno fatto una perquisizione nella casa di Gabriele Rubini -in arte, Chef Rubio- in cui hanno sequestrato tutti i suoi strumenti elettronici e le chiavette USB.
Dopo di che lo hanno portato nel commissariato di Frascati e trattenuto fino alle 19:50.
L’obiettivo dell’operazione era di acquisire informazioni sulle sue attività telematiche, contestandogli due post sul proprio profilo X, nonché cercare all’interno delle sue chat private di Telegram e Signal.
Al momento Gabriele è privo di strumenti elettronici e fino al dissequestro non ha accesso ai propri profili, chat e cloud (non sono stati chiusi). Per questo motivo ha chiesto a me, Alberto Fazolo, di riportare ciò.
Gabriele è libero, ci tiene a garantire che sta bene, ma per un po' non avrà modo di comunicare attraverso i suoi canali o recapiti. Pertanto, inutile cercarlo.
Gabriele da anni è perseguitato e bersagliato per la sua attività di denuncia della pulizia etnica della Palestina. Il provvedimento di perquisizione e il successivo sequestro è stato determinato dai due post qui sotto riportati, ognuno può liberamente farsi una propria idea sul fatto che possano rappresentare, o meno, un pericolo per qualcuno e qualcosa. Tuttavia, in questa operazione, sono stati impegnati i migliori apparati dello Stato a cui sarebbe demandata la sicurezza nazionale.
L’attività di indagine in questo caso ha avuto, in ragione della immediata individuazione di Gabriele e della sua piena disponibilità, un immediato effetto, cosa che purtroppo non possiamo registrare nella ricerca dei mandanti e degli esecutori dell’attentato del 15 maggio scorso, in cui lui è stato massacrato di botte da una squadraccia. Come minimo, si registra una forte asimmetria.
Gabriele non si fa condizionare, va avanti nella lotta con sempre maggiore determinazione e consapevolezza. Ci tiene appunto a ricordare che ad altre persone va pure peggio.
Solidarietà a Gabriele e a tutte le altre vittime.
Ricordiamo che Chef Rubio da anni si prodiga per la causa palestinese e questo ha implicato negli anni un arresto della sua crescita professionale e della sua visibilità mediatica.
L’anno scorso proprio in virtù del suo impegno, anche a chiarimento di quanto accennato nelle dichiarazioni sopra, va ricordato che era stato brutalmente aggredito sotto casa. A denunciarlo era stato lui stesso in un video in cui sanguinante, aveva dichiarato di aver subito un pestaggio da parte di una "squadraccia sionista”.