Proteste Napoli: ipocrisia liberale e condanna delle violenze a giorni alterni

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Proteste Napoli: ipocrisia liberale e condanna delle violenze a giorni alterni



di Fabrizio Verde
 

"De Luca, tu ci chiudi, tu ci paghi”. Allo scoccare delle 23, orario in cui partiva il coprifuoco stabilito sul territorio regionale della Campania dal presidente ‘sceriffo’ Vincenzo De Luca, sempre meno capace di coprire con le sue sparate mediatiche i gravi guasti prodotti dalla una gestione fallimentare della sanità campana, è scoppiata la rabbia popolare a Napoli. 

 

I manifestanti giunti presso S.Lucia dove hanno sede gli uffici dell’amministrazione regionale e dello stesso presidente che però a quanto pare è barricato nel suo ‘fortino’ in quel di Salerno, hanno dato vita a scontri con le forze di polizia schierate sul posto. 

 

Le scene sono state quelle classiche dei disordini di piazza. Così come ordinari i soliti commenti e analisi di certi liberali più ipocriti che mai nel condannare ‘ogni forma di violenza’. 

 

Attenzione però. Per certi tristi figuri non tutte le violenze sono uguali.

 

Infatti sembra che le violenze di piazza diventino accettabili o addirittura necessarie a seconda delle latitudini dove avvengono. Senza dimenticare di tenere conto del colore politico o posizione sullo scacchiere internazionale del governo investito dalle proteste. 

 

Violenze inaccettabili. Camorristi. Negazionisti. Ultras. Fascisti. Tante sono le etichette affibbiate ai manifestanti di Napoli. I liberali però sono uniti nella condanna delle azioni. Peccato non aver mai ascoltato le stesse parole quando i rivoltosi aizzati dall’occidente hanno messo letteralmente a ferro e fuoco Hong Kong. Idem per il Venezuela. Mai udita nemmeno una parola di condanna nei confronti dei golpisti che hanno ripetutamente devastato le principali città del paese sudamericano. Dato fuoco a persone inermi solo perché il colore della pelle era differente o perché schierate dalla parte del governo in carica. A Minsk, copione uguale. 

 

Addirittura a Kiev, in Ucraina, durante durante il cosiddetto Euromaidan c’è stato chi - ogni riferimento a Pittella non è casuale - è andato ad arringare una piazza dove sventolavano bandiere di organizzazioni neofasciste.

 

Avete mai ascoltato una parola di protesta o condanna da parte di costoro?

 

No. Anzi, in tutte queste occasioni, questi liberali tronfi di boria e ipocrisia li abbiamo trovati a inneggiare alle varie ‘rivolte’ contro il dittatore di turno. Da Maduro a Xi Jinping passando per l’immancabile Putin. 



 

Volete un esempio plastico? Eccovelo servito. L’ineffabile Laura Boldrini. La nostra madama di ogni rivoluzione colorata funzionale agli interessi dell’impero scrive su Twitter riguardo ai fatti di Napoli: “Le immagini di violenza a #Napoli fanno male. 

 

A Forza Nuova e tutti gli impresari del malessere sociale dico: vergognatevi, mettete a repentaglio la salute delle persone. 

 

Lo ripeto ancora: le organizzazioni fasciste vanno sciolte. Sono dannose per la comunità e la democrazia.”

 

Leggi anche: Un nazista a Roma in "piena sintonia" con Laura Boldrini


Su un punto siamo d’accordo: le organizzazioni fasciste vanno sciolte. Ma non solo in Italia. Vanno sciolte in Venezuela, Bolivia, Bielorussia, Ucraina. Insomma, vanno sciolti partiti e organizzazioni le cui malefatte sono apertamente sostenute da Laura Boldrini e da tutta la masnada liberale sempre più ipocrita. 

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