Quando il maschilismo è "liberal" il mainstream reagisce così...

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Quando il maschilismo è "liberal" il mainstream reagisce così...

Ma perché nessuno (e nessuna) si sta mobilitando per Alexandra de Taddeo? Una campagna mediatica in favore di Benjamin Griveaux?  

Intanto, chi è Benjamin Griveaux. Ex “socialista”, diventa deputato, poi Segretario di Stato e, infine, portavoce del governo Macron. Nel febbraio 2019 denuncia di “antisemitismo” (per una frase mai detta da un manifestante) i gilet gialli i quali, in risposta ad una sua sbruffonata (“venitemi a cercare, se avete coraggio”) gli sfondano con una ruspa il portone dell’ufficio. Da quel momento, Griveaux, martire del populismo si conquista con le sue iperliberiste posizioni le prime pagine di tutti i giornali europei.

Giorni fa, colpo di scena. Viene diffuso in Rete un video di Griveaux che si masturba. Video inviato da Griveaux nel 2018 (quando era portavoce del governo) ad una ventinovenne, Alexandra de Taddeo, fidanzata allora con l’artista russo Petr Pavlenskij, esule in Francia. Video che distrugge la campagna elettorale (intrisa di moralismo!) di Griveaux che, pertanto, è costretto a ritirarsi dalla corsa alla carica di Sindaco di Parigi.




Una pochade a lieto fine questa storia del video? Purtroppo no. Perché i media, pur di salvare la corte di Macron, cambiano le carte in tavola. Le Monde, ad esempio, auspica un "sussulto dell'opinione pubblica contro la barbarie della delazione online”, mentre Libération, condanna "la ghigliottina digitale e la regressione della civiltà". In Italia, Repubblica fa serpeggiare l’ipotesi che dietro possa esserci un complotto. Ordito da chi? “A destare sospetti sono personaggi come il giovane avvocato Juan Branco, già legale di Julian Assange, che l'anno scorso ha firmato un violento pamphlet contro Macron”; mentre c’è chi, mette in grassetto lo zampino di Putin nella faccenda “pare che il diffusore primario sia stato un artista, per giunta russo (sarà un hacker, sarà della squadra di quelli amici di Trump pilotati da Putin (…)”.

Con questa campagna stampa, scatta la repressione. Pavlenskij viene arrestato (in teoria per una rissa avvenuta a Capodanno) sorte simile per Alexandra de Taddeo, presa in custodia dalla polizia con l’accusa di "violazione della privacy" e "diffusione senza il consenso della persona di immagini di natura sessuale".

Come già detto, al momento, nessuno (e nessuna) sta protestando per Alexandra de Taddeo. Neanche coloro che prendevano come Vangelo qualunque denuncia contro Harvey Weinstein o Strauss-Kahn o Fausto Brizzi. Perché? Forse perché la diffusione di quel video postato per la prima volta su un sito di Pavlenskij (''denuncio l'ipocrisia, lui cita sempre i valori familiari, la moglie e i figli.”) altro non è che un odioso revenge porn? E cosa direbbero i tanti moralisti oggi proni alla dittatura del politically correct se a tirare fuori video simili fosse stata una delle tante ragazze “offerte” da Jeffrey Epstein ai potenti della Terra? A proposito, com’è che di questo colossale scandalo, dopo appena sei mesi, nessuno ne parla più? Perché nessuno chiede, poniamo, l’incriminazione di Bill Clinton? Forse perché personaggi come lui, come Griveaux, come i tanti osannati “giornalisti di inchiesta” sono oggi l’ultimo bastione contro un “populismo” ormai dilagante? Quindi, meglio confinare gli scoop (e la “solidarietà alle vittime”) alla camera da letto di Roger Ailes. Tutto il resto è “macchina del fango”.
 

Francesco Santoianni
 
 

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