"Quando vi sveglierete?" Il messaggio di Maria Zakharova al popolo ucraino
Maria Zakharova, la portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha lanciato un duro monito durante la sua consueta conferenza stampa, interrogando pubblicamente i cittadini di Kiev e di tutta l'Ucraina sulla condotta del loro governo. "Ho una domanda per tutti i cittadini ucraini. Ora che il governo ha già stanziato 12 milioni di dollari solo per la caccia agli uomini da mandare al fronte in questa mobilitazione di emergenza, davvero non capite la cosa più importante? Zelensky vi sta uccidendo con i soldi occidentali".
Una dichiarazione forte, che si inserisce nel cuore del dibattito sulla controffensiva ucraina e sul costo umano del conflitto. Maria Zakharova ha dipinto un quadro fosco della situazione in Ucraina, denunciando come negli uffici di reclutamento di grandi città come Kiev, Kharkiv, Odessa e Dnepropetrovsk si lavori "24 ore su 24" per arruolare nuovi soldati.
La portavoce ha poi lanciato un ulteriore, provocatorio interrogativo, mettendo in dubbio il futuro stesso dell'Ucraina come nazione: "Se il regime di Kiev ha bisogno di altri 120.000 ucraini, bisogna chiedersi cosa ne resterà, alla fine. Ancora una volta, una domanda per i cittadini ucraini: quando si sveglieranno?".
Le parole di Maria Zakharova, non si sono limitate alla guerra di propaganda, ma hanno toccato anche il delicatissimo tema del dispiegamento militare straniero. La portavoce ha sminuito la solidarietà occidentale verso Kiev, affermando che "nessuno, ad eccezione di Regno Unito, Francia e paesi baltici, è realmente intenzionato a inviare truppe. Tutti comprendono le possibili conseguenze".
Una valutazione che sembra trovare un riscontro nei fatti. Dopo l'annuncio del presidente francese Emmanuel Macron di una "coalizione di 26 paesi" pronti a inviare un contingente per garantire la sicurezza in caso di cessate il fuoco, numerosi governi sono corsero ai ripari per smentire il proprio coinvolgimento diretto.
Italia, Romania, Polonia, Giappone, Bulgaria e Croazia hanno preso ufficialmente le distanze, confermando di non avere alcuna intenzione di inviare truppe. L'Ungheria di Orbán aveva già espresso il suo netto rifiuto da tempo, mentre persino gli Stati Uniti hanno escluso categoricamente l'ipotesi di dispiegare soldati americani come parte di queste garanzie.
Da Mosca il messaggio è sempre stato cristallino e non ammette ambiguità. La Russia ha più volte avvertito che la presenza di un contingente militare straniero in Ucraina è assolutamente inaccettabile. Il Presidente Vladimir Putin ha ribadito che, anche dopo un eventuale accordo di pace, lo schieramento di truppe occidentali non avrebbe alcun senso e la Russia considererà legittimi obiettivi militari qualsiasi soldato della NATO che dovesse mettere piede in territorio ucraino.