"Qui vive una superpotenza". Noriega e i 5 mila morti di quel dicembre 1989.
Oggi è morto l'ex dittatore di Panama, lo Stato dell'America centrale strappato alla Colombia al termine di un processo di secessione sostenuto dalle armi statunitensi.
E' morto l'amico/nemico di Washington, prima presentabile per il suo sostegno nella lotta al comunismo, poi impresentabile perché legato ai cartelli della droga (prima no?) e forse doppiogiochista.
Fu catturato nel dicembre del 1989 dagli Usa con l'operazione "Giusta causa", une vera e propria invasione che in pochi giorni portò alla morte di 5mila persone (ma si parla di vittime nascoste in fosse comuni), soprattutto negli affollati quartieri popolari: artiglieria pesante, razzi, carri armati, lanciafiamme e truppe di terra, con gente bruciata viva nelle abitazioni, schiacciata dai carri armati e sparsa a brandelli. Tutto questo per sbarazzarsi di uno dei più piccoli eserciti del mondo.
Prima di farlo fuori fisicamente si era tentato di procedere ad una sorta di "rivoluzione colorata" utilizzando una fazione dei militari oppure una "forza armata ribelle" composta da fuoriusciti.
Restano scolpite nel marmo della storia le parole pronunciate durante l'invasione da Colin Powell, al tempo presidente del Comitato dei capi di stato maggiore: "Dobbiamo mettere una targa fuori dalla porta con scritto qui vive una superpotenza". Mentre l'Urss era in disfacimento, l'unica superpotenza rimasta faceva sfoggio di tutta la violenza del suo prossimo dominio.
Diego Bertozzi