Argentina, dibattito presidenziale segnato dal fanatismo di Milei e le proposte economiche di Massa
Ricerca su 33 ospedali italiani attesta l'efficacia della clorochina contro il COVID
Aveva ragione il professor Raoult (nella foto) e torto l'OMS
Il boicottaggio della idrossiclorochina nella cura (e anche nella profilassi) del Covid - che aveva costretto l’illustre virologo Didier Raoult, già oggetto di una vergognosa campagna di diffamazione, a scendere in campo - sembrava finito quando si scoprì che la “ricerca” pubblicata su The Lancet (che pretendeva di dimostrare la pericolosità del farmaco) si basava su dati clamorosamente falsi, stranamente passati inosservati ai referees della rivista. Non è stato così e il 18 giugno l’Organizzazione mondiale della sanità – tra gli applausi di una sinistra che continua a vedere l’idrossiclorochina come il “farmaco di Trump” - sospendeva i test su questo “pericoloso farmaco” (nonostante esso venga regolarmente assunto in Italia da 65mila pazienti affetti da artrite reumatoide senza significative segnalazioni in farmacovigilanza).
Oggi viene fuori una ricerca condotta su 3.451 pazienti ricoverati in 33 ospedali italiani, pubblicata sulla rivista European Journal of Internal Medicine, che attesta, ancora una volta, l’indubbia efficacia dell’idrossiclorochina. Servirà questa e tante altre analoghe ricerche a far reinserire idrossiclorochina tra i rimedi ufficiali contro il COVID? Crediamo proprio di no. Perché mai si dovrebbe rovinare il business di Big Pharma permettendo l’uso di un farmaco che essendo scaduti da quarant’anni i brevetti, costa in farmacia pochi euro?
Francesco Santoianni