Riposizionamento su Israele e la posizione dell'Italia: perché?
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Stiamo assistendo ad un generale "riposizionamento" istituzionale e anche mediatico nei confronti di Israele. Non facciamoci illusioni, sapevano e hanno taciuto.
Persino Segre osa considerare "eccessiva" la mattanza dello Stato sionista.
Ops...., no, non del sionismo, che non viene messo in discussione così come si dà per scontata l'occupazione coloniale.
Ma, per continuare ad esistere nella percezione etica della Storia, è arrivato il momento di creare un capro espiatorio e sacrificarlo.
Sembra fare eccezione il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, che addirittura attribuisce a Papa Francesco origini ebraiche e avverte, (come un Salvini qualsiasi), l'Italia dal pericolo di "un'invasione di mussulmani", rivendicando la scelta del popolo eletto da dio.
Ma il nuovo atteggiamento di Trump nei confronti di Israele (aldilà delle motivazioni) incide anche sui Paesi europei e su UK.
Tutti zitti sul genocidio, sullo sterminio del popolo palestinese, sull'uccisione dei bambini, adesso si accorgono che la morte per fame, la carestia, è un crimine inaccettabile?
Cioè, fino a quando i bambini muoiono dilaniati dalle bombe va tutto bene "perché la colpa è di Hamas", ma morire di fame no...
Comunque sia, l’alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Kaja Kallas, ha annunciato di aver richiesto ufficialmente la revisione dell’accordo di partenariato con Israele, citando la “situazione catastrofica” a Gaza e l’urgenza di aiuti umanitari immediati e senza ostacoli.
I Paesi Bassi, proponenti, hanno ottenuto un sostegno sufficiente e, secondo Kallas, si è delineata una forte maggioranza favorevole alla revisione dell’articolo 2 dell’accordo, che vincola Israele al "rispetto dei diritti umani".
Attualmente, 17 Paesi dell’UE hanno espresso parere favorevole, mentre 9 si sono opposti. Secondo fonti diplomatiche, la revisione potrebbe aumentare le possibilità di sanzioni commerciali.
Intanto il ministro degli Esteri britannico David Lammy annuncia la sospensione formale dei negoziati per un nuovo accordo di libero scambio commerciale con Israele, giudicando inaccettabili le politiche del governo Netanyahu in Cisgiordania e a Gaza.
Parallelamente, Londra ha imposto sanzioni contro coloni e organizzazioni responsabili di violenze nei Territori Occupati, e ha convocato l’ambasciatrice israeliana Tzipi Hotovely per protestare contro l’espansione dell’offensiva militare a Gaza.
Il deputato indipendente Jeremy Corbyn, durante un intervento alla Camera dei Comuni, ha chiesto al ministro degli Esteri David Lammy piena trasparenza e un’inchiesta pubblica sul coinvolgimento del Regno Unito nel genocidio a Gaza.
In particolare, ha domandato quali armi siano state esportate verso Israele nelle ultime settimane e ha denunciato l’uso della base RAF di Akrotiri a Cipro per il supporto militare a Tel Aviv.
Infatti, nonostante la sospensione ufficiale di 30 licenze su 350, un’inchiesta ha rivelato che il Regno Unito ha continuato a esportare 8.630 munizioni a Israele dal settembre 2024, incluse componenti per i jet F-35, utilizzati nei bombardamenti su Gaza.
Inoltre, dal dicembre 2023, oltre 500 missioni di ricognizione e intelligence sono decollate dalla base RAF di Akrotiri (Cipro), spesso in concomitanza con attacchi israeliani ad alto impatto civile, come quelli su Rafah e Nuseirat. (NDA: Sanzioni ai coloni?
Li mandano dietro la lavagna in ginocchio sui ceci? Perché non ritirare immediatamente l'ambasciatore ad Israele?....)
La Spagna sembra più determinata, almeno apparentemente.
Il Parlamento spagnolo ha approvato una legge per vietare la vendita di armi a Israele. La proposta del partito di sinistra radicale Sumar e del Gruppo Misto, sostenuta anche dal PSOE, introduce un embargo totale verso Stati accusati di genocidio o crimini di guerra.
Ma torniamo all'Italia.
La Commissione Difesa della Camera ha appena approvato un programma d’acquisto di tecnologie per la cybersicurezza da aziende israeliane, tra cui la statale Israel Aerospace Industries. Il voto è avvenuto nel pieno dell’offensiva a Gaza, con l’opposizione che chiedeva la sospensione del provvedimento e con bagarre in aula.
Il deputato Marco Grimaldi (AVS), con la kefiah al collo, ha denunciato la decisione accusando la maggioranza di “finanziare chi compie uno sterminio”. Il suo intervento ha innescato una dura bagarre con esponenti di Fratelli d’Italia. “Fate schifo”, ha gridato Grimaldi, chiedendo lo stop immediato a ogni collaborazione commerciale con Israele.
Il Movimento 5 Stelle accusa il governo di finanziare “il genocidio a Gaza”, ricordando gli oltre 150 milioni di import bellico da Israele solo nel 2024.
Sembrano solo iniziative autoassolutorie e probabilmente di regime change: nel senso che, in previsione del cambio di menù, si licenzia lo chef per proporre un nuovo "piatto ricco mi ci ficco" con ingredienti più "politicamente corretti", per arrivare ad un apartheid ufficialmente riconosciuto dalla formuletta ipocrita di "due popoli due stati".
Ma il governo italiano non si allinea neppure a questa nuova narrazione: gli affari bellici con Israele evidentemente sono troppo appetibili per Leonardo & co.
Italia e Germania sono, infatti , tra i 9 stati UE contrari alla revisione dell’accordo UE-Israele.
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