Russia e Siria apriranno due corridoi umanitari per i rifugiati a Rukban, zona occupata dagli USA
Gli aiuti umanitari inviati a Rukban quasi mai raggiungono i rifugiati, denunciano l'esercito russo e siriano, in un'area al confine tra Giordania e Iraq occupata dagli Stati Uniti, i quali in Venezuela spingono per inviare 'aiuti umanitari' ma in Siria li bloccano.
Mosca e Damasco stabiliranno due corridoi umanitari nel tentativo di salvare i rifugiati "bloccati" senza assistenza medica o rifornimenti nel campo di Rukban nell'area all'interno della Siria occupata dagli Stati Uniti.
I due corridoi intendono aiutare i rifugiati a lasciare il campo e trasferirsi nel territorio amministrato dal governo siriano, dove avranno accesso all'assistenza. I punti di controllo per il passaggio "volontario, libero e sicuro" inizieranno a operare a Jleb e Jabal al Ghurab il prossimo 19 febbraio, hanno comunicato i militari russi e siriani.
Gli aiuti umanitari inviati al campo di Rukban in Siria non raggiungono quasi i rifugiati, in quanto rimangono nelle mani dei miliziani appoggiati dagli Stati Uniti, secondo una dichiarazione congiunta delle sedi di coordinamento interistituzionale di Russia e Siria sul ritorno dei profughi.
"Data l'esperienza negativa del primo convoglio umanitario, e l'assenza di qualsiasi informazione obiettiva su assistenza diretta ai profughi del secondo convoglio umanitario, ci sono ragioni per credere che la maggior parte degli aiuti umanitari non è nelle mani dei siriani che sono temporaneamente nel campo, ma nelle mani di bande controllate dagli Stati Uniti ", si legge nel comunicato pubblicato sul sito web del Ministero della Difesa russo.
"Allo stesso tempo, le condizioni di vita nel campo continuano a deteriorarsi", si legge ancora nella dichiarazione.
Il campo di Rukban, che ospita circa 40.000 persone, per lo più donne e bambini, si trova nella parte sud-orientale del paese, vicino al confine con la Giordania.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente definito i rifugiati di Rukban "intrappolati" e "bloccati" aggiungendo che vivono "in condizioni deplorevoli", senza assistenza medica, i generatori o combustibile per il riscaldamento durante i mesi freddi.