Caso Skripal: Regno Unito, Slovacchia, Svezia, Repubblica Ceca tra le più probabili fonti dell'agente nervino Novichok
“Le fonti più probabili di origine della tossina sono i paesi che hanno condotto ricerche intense sulle sostanze del programma ‘Novichok’, approssimativamente dalla fine degli anni '90 fino ad oggi, e non si tratta di un progetto creato da Russia o Unione Sovietica”
L’ex spia doppiogiochista Sergei Skripal è stato avvelenato insieme a sua figlia Yulia, nella città di Salisbury in Inghilterra, con un agente nervino, il Novichok. Tanto è bastato al governo conservatore guidato da Theresa May per addossare la responsabilità di quanto avvenuto alla Russia. Con il ministro degli Esteri Boris Johnson che si è spinto fino a tirare in ballo il presidente Vladimir Putin. Infatti, secondo il bizzarro Segretario di Stato per gli affari esteri e del Commonwealth, l’ordine di uccidere l’ex spia russa sarebbe partito direttamente dal presidente russo.
Secondo il governo inglese, spalleggiato da Stati Uniti ed alleati europei, l’utilizzo dell’agente nervino equivarrebbe a una vera e propria firma russa sull’azione. Al momento non sono state fornite prove sul coinvolgimento di Mosca. Per Londra si tratta di una sostanza che può provenire solo dai laboratori della Russia.
Invece, vediamo che la situazione non è proprio come indica il governo inglese, sostenuto dal fuoco amico mediatico del circuito informativo mainstream.
L’agente nervino Novichok, rivela il ministero degli Esteri russo, è infatti studiato e prodotto da altri paesi come Slovacchia, Repubblica Ceca, Svezia e Regno Unito stesso. Tra l’altro l’arsenale chimico inglese si trova a Porton Down. Base militare adibita a ricerca e sviluppo nei pressi di Salisbury.
“Le fonti più probabili di origine della tossina sono i paesi che hanno condotto ricerche intense sulle sostanze del programma ‘Novichok’, approssimativamente dalla fine degli anni '90 fino ad oggi, e non si tratta di un progetto creato da Russia o Unione Sovietica”, ha spiegato Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, ai microfoni dell’emittente televisiva statale VGTRK.
Maria Zakharova, ha poi aggiunto che “dovrebbero essere messi in discussione“ anche gli Stati Uniti, come riporta RT.
Sulla stessa lunghezza d’onda della portavoce è sintonizzato il rappresentante della Russia presso l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW), Aleksandr Shulgin, il quale ha affermato che la ricerca "Novichok" è stata cancellata dopo il collasso dell'Unione Sovietica. Shulgin ha inoltre affermato che la fonte della sostanza utilizzata a Salisbury è "nascosta in uno dei paesi in cui questa ricerca è continuata e ha ottenuto un certo successo".