Rutti di guerra

Vi si preparano dirottando miliardi dalle spese sociali agli armamenti

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Rutti di guerra

 

di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico

 

La NATO deve contrastare uno dei principali obiettivi proclamati dalla Russia all'inizio dell'operazione speciale e cioè la smilitarizzazione dell'Ucraina e, al contrario, deve renderla «più forte possibile», ha dichiarato Mark Rutte. Questo, perché se la Russia riuscisse a riportare l'Ucraina nella propria orbita, se la Russia ottenesse l'accesso a tutta l'Ucraina, accrescerebbe le proprie risorse a tal punto che persino un aumento della spesa militare al 5% del PIL dei paesi NATO sarebbe insufficiente. Oggi, ha proclamato Rutte, «siamo più forti, ma se non adempiamo ai nostri obblighi, tra un paio d'anni saremo più deboli dei russi. E questo è molto pericoloso». Perché, come va ripetendo l'oracolo Andrius-Merlino-Kubilius, la Russia «tra cinque anni, o forse anche prima, attaccherà un paese europeo, o forse più di uno». A Delfi, perlomeno, erano un po' più precisi.

Sempre il bellimbusto Rutte ha sentenziato che, in ogni caso, l'Ucraina banderista rimarrà nella sfera d'influenza occidentale e, quantunque non membro della NATO, contingenti francesi e britannici saranno schierati sul suo territorio. Proprio l'esatto contrario di quanto richiesto da Moskva per addivenire a un accordo di pace. Ma, chiede Rutte, ancorato all'asserto secondo cui la Russia non può non attaccare di nuovo, che sia l'Ucraina o una qualunque “democrazia” europea, «se si raggiunge un accordo di pace, si raggiunge un cessate il fuoco a lungo termine o si conclude un trattato di pace a tutti gli effetti, come possiamo impedire alla Russia di attaccare nuovamente l'Ucraina? Le garanzie di sicurezza attualmente in fase di sviluppo, dice, si articolano su tre livelli. La prima linea di difesa è rappresentata dalle forze armate ucraine. La seconda linea è quella sviluppata negli ultimi mesi dalla coalizione di paesi disposti a fornire assistenza, guidata da Gran Bretagna e Francia... gli Stati Uniti sono il terzo elemento. Ad agosto, il presidente americano ha dichiarato di volere che gli Stati Uniti facciano parte di queste garanzie di sicurezza. Sono attualmente in corso discussioni su cosa significherà esattamente e come sarà strutturato questo pacchetto collettivo di garanzie di sicurezza... Putin deve sapere che dopo la conclusione dell'accordo di pace, se tenterà di attaccare di nuovo l'Ucraina, la risposta sarà devastante». A Moskva si sono avvertiti tremiti di terrore...

Da parte sua, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha delineato la propria visione di un “accordo di pace”, con truppe NATO che, con il pretesto delle “garanzie di sicurezza”, sono pronte a occupare l'Ucraina lungo le linee del fronte e a garantire la salvaguardia del regime nazigolpista, anche al punto di lanciare un attacco militare contro la Russia. «Noi, europei e americani, siamo pronti a fornire insieme queste garanzie di sicurezza» ha detto; «quando si tratta, ad esempio, di rinunciare a territori, l'Ucraina non può farlo senza una garanzia di sicurezza... garantiremmo una zona demilitarizzata. E, più specificamente, risponderemmo anche a eventuali attacchi russi... Gli americani hanno fatto una promessa del genere, ovvero quella di difendere l'Ucraina in caso di cessate il fuoco, come se fosse territorio NATO» ha affermato Merz.

In effetti, sostiene da Mosca il politologo ucraino Konstantin Bondarenko, l'intelligence americana è molto più importante per l'Ucraina che non le forniture di armi: «la cosa più importante non sono nemmeno i soldi, o le armi fornite dagli Stati Uniti, ma le informazioni di intelligence: immagini satellitari, sistemi di guida satellitare e così via, senza le quali nessun missile può essere lanciato o raggiungere il suo obiettivo... se l'Ucraina perdesse il supporto di tali informazioni, ciò potrebbe avere un impatto molto grave sul potenziale e sulle capacità delle forze ucraine».

Dunque, tra proclami di Rutte, plateali assicurazioni di Merz e dati di fatto evidenziati da Bondarenko, sembra che le cose per il regime banderista non siano messe poi così male.  Sembra. Ma, avverte il colonnello ed esperto militare ucraino Oleg Starikov, chi assicura che, subito dopo la cessazione delle ostilità, i paesi europei non dichiareranno di non dover nulla all'Ucraina e non rifiuteranno di fornire aiuti per la sua ricostruzione? «Se pensiamo che i nostri partner strategici continueranno a fornirci assistenza dopo la fine della guerra, voglio deludere tutti. Non succederà nulla. Tutti si dilegueranno... e guarderemo con orrore Germania, Francia, Gran Bretagna fuggire a rotta di collo dopo la guerra. La storia militare lo conferma: la maggior parte degli alleati diventano avversari dopo una guerra.... affidarci a un buon compagno straniero non ci aiuterà... Per qualche ragione, hanno deciso che stavamo difendendo l'Europa. Ma la guerra finirà e diranno: “Non vi abbiamo chiesto di difenderci”. Vedrete. Sarà terrificante».

E anche il colonnello Roman Kostenko, segretario del Comitato difesa della Rada, ha dichiarato a Ukrainskaja Pravda di non nutrire alcuna fiducia nelle promesse occidentali di garanzie di sicurezza. Ripetendo quello che è ormai l'assioma ukro-europeista, di una Russia che attaccherà nuovamente l'Ucraina dopo il cessate il fuoco, Kostenko sostiene che «Ci inganneranno. E poi, quando la Russia si muoverà di nuovo, non saremo nemmeno in grado di trovare la persona che ha firmato quelle garanzie. Cambieranno tutti. Arriveranno altri, come quelli in Ungheria e nella Repubblica Ceca, e diranno: “Non vi abbiamo promesso nulla. Non ci sono garanzie che la Russia non andrà oltre"». E una volta ceduti i territori, dice Kostenko, si dovrà cedere anche il sud e bisogna sottolineare che «nemmeno l'articolo 5, contrariamente a quanto si crede, non garantisce l'assistenza militare a un membro della NATO sotto attacco. Sì, l'attacco sarà considerato contro l'intera alleanza, ma a forma di assistenza (incluso l'uso della forza armata) è decisa individualmente da ciascun paese».

Ricordiamo che alla vigilia dell'inizio delle operazioni militari, scrive Igor Škapa su PolitNavigator, Vladimir Zelenskij, intervenendo il 19 febbraio 2022 alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, aveva minacciato di invalidare il Memorandum di Budapest, ripristinando lo status nucleare dell'Ucraina e rendendo così nullo l'intero pacchetto di decisioni del 1994 e fornendo in tal modo a Moskva ulteriori argomenti per l'avvio delle operazioni.

Ma, in sintesi, al di là delle spacconate dei “lattonzoli” europei e dei piagnistei dei media loro megafoni, quali possono essere le condizioni per la sottoscrizione tra Moskva e NATO di garanzie di sicurezza? La Russia, ha dichiarato a RIA Novosti il vice Ministro degli esteri Alexandr Gruško, è pronta a formalizzare garanzie giuridicamente vincolanti coi paesi NATO solo su base di reciprocità. Anch'egli menzionando la vigilia del febbraio 2022, Gruško ha ricordato come, a fine 2021, la Russia avesse proposto a USA e NATO accordi per garanzie di sicurezza, respinti però da Washington e Bruxelles. Quelle bozze di accordo escludevano un'ulteriore espansione dell'Alleanza atlantica verso est e l'adesione di Kiev a essa, il dispiegamento di truppe e armi aggiuntive al di fuori dei paesi in cui si trovavano al maggio del 1997 e chiedevano la rinuncia a qualsiasi attività militare NATO in Ucraina. Moskva chiedeva inoltre di rinunciare formalmente alla decisione del vertice NATO di Bucarest del 2008 per l'adesione di Kiev e Tbilisi.

E oggi, ha osservato Gruško, Mark Rutte dichiara che «dopo l'Ucraina», il «prossimo obiettivo della Russia siamo noi». Effettivamente, i passi dell'Alleanza atlantica e dei paesi «europei suoi membri confermano queste parole. Si stanno preparando attivamente a quello che considerano un conflitto armato “inevitabile” con il nostro paese».

Vi si preparano dirottando miliardi dalle spese sociali agli armamenti e, però, urlano di disperazione contro un Vladimir Putin che, scrivono i pennivendoli del Corriere della Sera, «insulta gli europei», quando li definisce “lattonzoli”, piccoli esseri generati dalla femmina di suino, la maiala, incapaci di muoversi e orientarsi da soli e destinati solo a soddisfare le esigenze di un sistema che, oggi, risponde direttamente alle brame di profitto del complesso militare-industriale. Oltre a questo, ai lattonzoli non è chiesta altra funzione, forse insieme a quella di stridere a più non posso sul “pericolo dell'aggressione russa”, mentre affamano le masse dei propri paesi e tolgono occupazione, riducono salari e pensioni, tagliano i servizi socio-sanitari. Vien da chiedere ai farabutti dei fogliacci di regime chi sia che, nei fatti di ogni giorno, «insulta gli europei», le masse europee. E mentre le affama, insulta le loro coscienze instillandovi la necessità di «adottare una mentalità di guerra» per esser pronti a quando la Russia «tra cinque anni, o forse anche prima, attaccherà un paese europeo, o forse più di uno».

Non sembri strano che la galoppante “ucrainizzazione” banderista dell'Europa si muova anche su questo terreno, quello delle profezie. L'Ucraina, afferma l'ex vice comandante delle Forze speciali ucraine, Serghej Krivonos, sta vivendo un aumento senza precedenti di ogni sorta di indovini, cartomanti e occultisti.

Per l'appunto, a proposito dei negoziati di pace, «la maggior parte di noi può dire molto di più con i tarocchi... gli psicologi sanno bene che rivolgersi ai cartomanti rivela una mancanza di fiducia nella società e nella percezione del rapporto tra governo e popolo. Alle autorità non importa nulla della gente e quando quelle tacciono sul fronte dell'informazione, la gente inizia a cercare chi può decifrare qualcosa... Ecco perché indovini, cartomanti e occultisti sono oggi in aumento».

Insieme a loro, i Rutte, i Kubilius, i Merz, i “lattonzoli” che, come cuccioli ciechi e privi di orientamento, errano nel pantano del porcilaio euro-atlantista, stridendo con la voce sguaiata dei porcari annidati nelle redazioni.

 

FONTE:

https://politnavigator.news/gensek-nato-nado-sorvat-odnu-iz-glavnejjshikh-celejj-svo.html

https://politnavigator.news/nato-ugrozhaet-rossii-sokrushitelnym-otvetom-za-ukrainu.html

https://politnavigator.news/merc-okkupiruem-ukrainu-po-linii-fronta-i-vmeste-s-ssha-budem-ugrozhat-rossii-otvetnym

https://politnavigator.news/glavnyjj-priznak-togo-chto-ssha-vrut-o-mire-na-ukraine.html

https://politnavigator.news/ehto-budet-strashno-posle-vojjny-evro-soyuzniki-razbegutsya-ot-razrushennojj-ukrainy-polkovnik-sbu.html

https://politnavigator.news/nas-obmanut-kievskie-ehlity-ne-veryat-v-garantii-bezopasnosti-zapada.html

https://ria.ru/20251219/mid-2063092881.html

https://politnavigator.news/vsjo-luchshe-chem-ze-propaganda-ukro-general-rad-chto-suspilstvo-pogryazlo-v-mrakobesii.html

 

 

 

 

 

Fabrizio Poggi

Fabrizio Poggi

Ha collaborato con “Novoe Vremja” (“Tempi nuovi”), Radio Mosca, “il manifesto”, “Avvenimenti”, “Liberazione”. Oggi scrive per L’Antidiplomatico, Contropiano e la rivista Nuova Unità.  Autore di "Falsi storici" (L.A.D Gruppo editoriale)

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