Sciopero generale della Cgil, una surreale manifestazione concertativa

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 Sciopero generale della Cgil, una surreale manifestazione concertativa

 

di Federico Giusti

La Cgil scende in piazza per lo sciopero generale e l'indomani la Cisl organizza una manifestazione a Roma senza sciopero, poche centinaia di attivisti ma sufficienti a rilanciare la concertazione.
 
I sindacati che sottoscrivono intese economiche a perdere, contratti nazionali con erosione del potere di acquisto ricevono consensi crescenti, il vero paradosso è proprio questo, la classe lavoratrice sega l'albero su cui è seduta o, per riprendere un proverbio boccaccesco diffuso in Toscana, potremmo parlare del marito che per recar dispetto alla moglie (infedele) si tagliò gli attributi.
 
Bando alle ciance, la situazione è drammatica se guardiamo alla realtà con un occhio attento e obiettivo, lo abbiamo scritto e spiegato  in tanti articoli cercando di suscitare interesse, dubbi, rabbia in un ipotetico lettore ma ogni speranza si è forse infranta nell'invalicabile muro della rassegnazione.
 
Siamo andati a leggere l'intervento della segretaria generale della Cisl e la prima dichiarazione che ci ha colpito è quella ove si dice di volere cambiare l'immediato futuro e non subirlo.
 
In questa frase si riassume il pensiero del sindacato collaborazionista, gli scioperi spesso non servono specialmente se generali, il dialogo, la non contrapposizione al Governo e alle associazioni datoriali consente un peso decisamente maggiore di quello derivante da una azione conflittuale.
 
In sostanza la Cisl chiede al Governo un nuovo patto sociale e per farlo chiede di rivedere parte della manovra.
 
Qualora la Maggioranza dovesse accogliere anche solo una o due proposte della Cisl, questa organizzazione sindacale potrebbe cantar vittoria asserendo di essere stata ascoltata , in altri termini il messaggio lanciato ai lavoratori sarebbe quello di delegittimare la lotta tra capitale e lavoro, il conflitto sociale sostituendolo con la concertazione che proprio il Governo Meloni aveva dichiarato morta e sepolta.
 
Lo hanno definito il "Cammino della Responsabilità, una campagna di pseudo mobilitazione finalizzata a rilanciare la concertazione proponendo un nuovo "patto sociale” su lavoro, crescita, coesione.
 
La piazza della responsabilità ha intanto portato la Cgil a sottoscrivere intese contrattuali decisamente brutte, assai lontane dalle piattaforme rivendicative, forse queste firme aiuteranno a comprendere la ragione per la quale l'alleanza tra le tre sigle (Cgil Cisl Uil) alla fine non sia mai stata messa in discussione nonostante divisioni palesi come quelle relative ai contratti della Pubblica amministrazione.
 
Non siamo davanti a differenti linguaggi ma a ipotesi e prospettive sindacali assai diverse, qualora dovesse prevalere il modello cislino sarebbero dolori per chi rivendica coerentemente la tutela del potere di acquisto e di contrattazione.
 
Nella piazza cislina alla fine si ripetono concetti e verità che ritroviamo nelle manifestazioni della Cgil o del sindacalismo di base: non si arriva a fine mese, il servizio sanitario nazionale cade a pezzi e costringe, per le sue inefficienze, a ricorrere alla sanità privata, i giovani poi sono le vittime sacrificali di un sistema che li mortifica costringendoli al precariato.
 
Ma invece di chiamare in causa direttamente il Governo Meloni e le associazioni datoriali che cosa fa la Cisl?
Ironizza sul paternalismo alto borghese della ex Ministra Fornero contro la quale per altro non si mobilitarono ma nulla ha da dire degli attuali ministri, eppure di ragioni per inferiori ve ne sarebbero fin troppe.
 
La Cisl c'è, dice la segretaria nazionale ove le famiglie non arrivano in fondo al mese o si ammalano di lavoro o muoiono sul lavoro, eppure non si intravede uno sciopero generale anche al di fuori delle norme che limitano il diritto di sciopero, per esigere l'assunzione di centinaia di ispettori alla sicurezza , per rafforzare le pene e le sanzioni in caso di infortuni e malattie professionali, per cancellare il sistema delle deroghe rispetto ai contratti nazionali che alla fine scambia pochi euro con un aumento degli orari e dello sfruttamento.
 
Per essere chiari è proprio la Cisl a spingere più di ogni altro sul sistema delle deroghe, parlano di responsabile cammino ma cosa c'è di più irresponsabile del sistema delle deroghe ai contratti nazionali?
 
L'Italia avrebbe bisogno di un sindacato forte, autonomo, riformista, capace di contrattare, di negoziare, di ottenere risultati, la responsabilità si riconosce dalle proposte avanzate : non l'aumento delle aliquote fiscali, non la riduzione delle spese militari ma il finanziamento del Fondo per la legge 76 sulla partecipazione.
 
Di cosa stiamo parlando?
 
Delle disposizioni relative alla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese, ossia alla proposta di Legge Popolare della Cisl poi accolta , fatta propria e gettata subito nel dimenticatoio dal Governo di centro destra. E il potere di acquisto? I salari e le pensioni? E istruzione e sanità? Si facciano da parte, quello che conta è oleare quel meccanismo che renderà subalterni i lavoratori alla logica di impresa . Ecco spiegato il Cammino della responsabilità.

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