Soleimani e la lettera a Khamenei: gli USA hanno creato l'ISIS e l’Iran lo ha sconfitto
In una lettera di congratulazioni datata 30 Aban 1396 del calendario persiano (21 novembre 2017), nella quale annunciava l'eliminazione del gruppo terroristico ISIS-Daesh, Qasem Soleimani, comandante della Forza Quds del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC ) dell'Iran, salutatò la “grande vittoria” sul Daesh concretizzatasi grazie alla saggia leadership del leader della rivoluzione islamica iraniana, L'Ayatollah Seyed Ali Khamenei e i sacrifici di tutti i combattenti della Resistenza in Iraq e Siria.
"Con il sostegno delle forze popolari e dei consiglieri militari iraniani, le forze armate irachene e siriane sono riuscite a cacciare i terroristi del Daesh dalle loro ultime roccaforti in entrambi i Paesi, dichiarando una vittoria totale sul famigerato gruppo terroristico", si legge nel messaggio.
Il comandante della lotta al terrorismo iraniana elogiò la fermezza delle nazioni, dei governi, degli eserciti e delle forze popolari irachene e siriane nel corso delle battaglie contro il terrorismo e rese particolare omaggio agli sforzi e alle lotte delle Unità di Mobilitazione Popolare irachene (Al-Hashad Al-Shabi, in arabo) nell'offensiva per annientare Daesh.
Soleimani ringraziò anche il Movimento di resistenza islamica libanese (Hezbollah) per la sua “potente presenza” e il ruolo centrale che ha svolto sul campo di battaglia contro i terroristi in Siria.
Il generale iraniano fece riferimento a una lunga lista di crimini efferati commessi dal'ISIS durante la sua “sinistra” campagna terroristica, tra cui decapitazioni di massa, riduzione in schiavitù e immolazioni di persone innocenti.
Il gruppo takfiri, aggiunse Soleimani, "è riuscito a conquistare ampie porzioni di territorio nei due Stati arabi, dove ha scatenato una crisi radicalizzando e reclutando migliaia di giovani."
Il comandante dell'antiterrorismo persiano sottolineò che l'attacco aveva sfollato milioni di persone e distrutto migliaia di moschee e centri religiosi.
Soleimani evidenziò il ruolo distruttivo degli Stati Uniti nella lotta regionale contro il terrorismo.
Oservò che anche il più alto funzionario statunitense, il Presidente degli Stati Uniti, riconobbe che tutti questi crimini sono stati progettati ed eseguiti da leader e organizzazioni legate a Washington e ritenne che questa strategia continua ad essere attuata dall'attuale leadership statunitense.
La risposta di Khamenei: la sconfitta del Daesh, un grande servizio all'umanità e un duro colpo al suo creatore, gli Stati Uniti
In risposta alla lettera del giorno dopo, il leader iraniano accolse con favore l’eliminazione del gruppo terroristico Daesh in Iraq e Siria rappresentando un servizio all’umanità e un duro colpo per il gruppo terroristico e i suoi creatori, gli Stati Uniti.
Khamenei ricordò che l’eliminazione dei terroristi takfiri di Daesh in Iraq e Siria “non è stato solo un duro colpo per il gruppo feroce e disonorato di Daesh, [ma] è stato un colpo ancora più duro per la politica dannosa che mirava a provocare una guerra civile nel paese, nella regione e distruggere il [fronte] della resistenza antisionista e indebolire i governi indipendenti attraverso i leader spietati di questo gruppo”.
“È stato un duro colpo per l'attuale e il precedente governo degli Stati Uniti e per i suoi regimi vassalli in questa regione che hanno fondato questo gruppo e gli hanno fornito ogni tipo di sostegno, per estendere il suo dominio malevolo sulla regione dell'Asia occidentale e dare il predominio al regime sionista di occupazione. Disgregando questo tumore cancerogeno e mortale (Daesh), avete reso un grande servizio non solo ai Paesi della regione e al mondo dell'Islam, ma anche a tutte le nazioni e all'umanità”, sostenne l'Ayatollah Khamenei rivolgendosi a Soleimani.
Il leader ha ripetutamente sostenuto che gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali hanno creato Daesh e lo hanno sostenuto per diffondere il loro sinistro dominio nella regione e porre le basi per la supremazia di Israele sull'intera regione.
Il 17 novembre 2017, le Forze armate irachene liberarono la città di Rawa (ovest), nella vasta provincia desertica di Al-Anbar vicino al confine siriano, che era l'ultima città rimasta sotto il controllo di Daesh, e issarono la bandiera irachena sui suoi edifici.
Due giorni dopo, i soldati dell'esercito siriano, sostenuti dai combattenti filogovernativi dei gruppi di difesa popolare, liberarono completamente Al-Bukamal, l'ultima roccaforte di Daesh in Siria, una città strategica nella provincia orientale di Deir Ezzor, al confine con l'Iraq.
Il generale Soleimani si è recò di persona in Siria per ispezionare le fasi finali dell'operazione di liberazione di Al-Bukamal.
La riconquista delle due città segnò la fine della campagna terroristica di Daesh, che nel 2014 aveva ottenuto guadagni impressionanti nei due Paesi confinanti e stabilito il cosiddetto “califfato” a Mosul, in Iraq, e a Raqqa, in Siria.
(Traduzione de l'AntiDiplomatico)