Trump annuncia (senza prove) che gli Usa hanno attaccato una "barca carica di droga partita dal Venezuela"
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato martedì che le truppe del suo Paese, dispiegate nei Caraibi, hanno condotto un'operazione militare culminata con l'attacco a una presunta "nave con droga" che sarebbe partita dal Venezuela.
L'annuncio è stato fatto dal Presidente Trump nel corso di una conferenza stampa tenuta nello Studio Ovale della Casa Bianca. "Letteralmente pochi minuti fa abbiamo abbattuto una nave che trasportava droga, una grande quantità di droga. Lo vedrete e lo leggerete. È successo proprio pochi istanti fa", ha dichiarato il Presidente, affermando di essere stato appena informato della questione dal Presidente del Joint Chiefs of Staff, il Generale Daniel ‘Razin’ Caine. "Abbiamo molta droga che entra nel nostro Paese, da molto tempo, e semplicemente questa proveniva dal Venezuela (...) Molte cose stanno uscendo dal Venezuela, quindi l'abbiamo eliminata", ha aggiunto.
Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha successivamente definito l'azione un "attacco letale", indicando che la "nave con la droga" era partita dal Venezuela ed "era gestita da un'organizzazione narcoterroristica" già sanzionata da Washington. Senza nessuna prova fornita, nessuna foto e nessun messaggio, la "notizia" appare al momento una strategia per aumentare le tensioni. Senza dettagli operativi sull'accaduto, inclusi l'esatta ubicazione dell'attacco, le prove a conferma dell'origine venezuelana dell'imbarcazione o la procedura utilizzata per identificare il cartello responsabile del trasporto il tutto resta sullo scenario di squallide allusioni.
Le tensioni tra Caracas e Washington sono in escalation dallo scorso agosto, quando il Procuratore Generale degli Stati Uniti, Pam Bondi, annunciò un aumento da 25 a 50 milioni di dollari della taglia per informazioni che portassero alla cattura del Presidente venezuelano Nicolás Maduro, accusato senza prove di guidare un'organizzazione dedita al traffico internazionale di droga.
Queste accuse sono state categoricamente smentite dalle autorità venezuelane e respinte da diversi osservatori internazionali. I rapporti pubblicati dalll'ONU presentano il Venezuela come un paese libero da coltivazioni illecite, attraverso il quale circola solo il 5% della cocaina prodotta in Colombia. Secondo le stesse fonti, la maggior parte (87%) delle droghe che transitano dal Sudamerica al Nordamerica lo fanno attraverso la rotta dell'Oceano Pacifico. In un articolo pubblicato anche da l'AntiDiplomatico, Pino Arlacchi, ex Vice Segretario delle Nazioni Unite (ONU) e rinomato esperto di criminalità organizzata, ha pubblicato un'analisi in cui smaschera il vero intento dello schieramento militare statunitense contro il Venezuela, definendola priva di fondamento. Sulla base dei dati del Rapporto mondiale sulle droghe di quest'anno delle Nazioni Unite, Arlacchi sottolinea che "raccontano una storia opposta a quella diffusa dall'amministrazione Trump" e consentono di smantellare "pezzo per pezzo la trama geopolitica costruita attorno al ‘Cartello dei Soli’, un'entità leggendaria quanto il Mostro di Loch Ness".
In risposta al dispiegamento militare statunitense, il Presidente venezuelano Nicolás Maduro ha avvertito in una conferenza stampa con i media internazionali che il suo Paese "sta affrontando la più grande minaccia" dell'ultimo secolo, poiché Washington ha dispiegato otto navi militari, un sottomarino nucleare e 1.200 missili puntati sul territorio venezuelano.
Maduro ha dichiarato con fermezza che “se il Venezuela fosse attaccato, passerebbe immediatamente a un periodo di lotta armata in difesa del territorio nazionale, della storia e del popolo venezuelano". Il Presidente ha aggiunto che il Paese si dichiarerebbe "costituzionalmente la Repubblica in armi. Lotta armata e Repubblica in armi. Da nord a sud, da est a ovest, per garantire la pace, la sovranità e lo sviluppo del Paese in qualsiasi circostanza ci tocchi". Maduro ha spiegato che il Paese bolivariano dispone di “un piano strategico” di difesa “che è stato progettato nel corso di 20 anni e che è stato adattato, rinnovato” e “include due forme di lotta”, quella non armata e quella armata.
La gravità della situazione è stata evidenziata anche a livello regionale. Durante una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC), il Cancelliere venezuelano Yván Gil ha chiesto “il ritiro immediato delle forze militari statunitensi dal Mar dei Caraibi”, ritenendo che si tratti di “una situazione senza precedenti dalla crisi dei missili degli anni '60, quando la pace regionale fu messa a rischio in modo significativo”.