Venezuela. Uomini di Guaidó hanno rubato e cercato di vendere armi utilizzate per il tentato golpe di aprile
Il vicepresidente del Venezuela, Jorge Rodriguez, ha riferito che due stretti collaboratori del deputato di opposizione, Juan Guaidó, sono stati catturati durante il tentativo di vendere armi rubate alla Fuerza Armada Nacional Bolivariana (FANB) con le quali hanno provato a realizzare il golpe dello scorso 30 di aprile, poi miseramente naufragato.
In una conferenza stampa, Rodriguez ha presentato prove «convincenti» del coinvolgimento diretto del golpista Guaidó nel furto delle armi.
.@jorgerpsuv : Los fusiles se encontraban en maletas verdes, en una camioneta gris se encontraban los compradores, los involucrados en el negocio fueron detenidos tras un ejercicio de inteligencia ???? https://t.co/tqMKHfl0b4 pic.twitter.com/71GQjpHtpH
— teleSUR TV (@teleSURtv) 13 luglio 2019
Gli uomini della scorta di Guaidó, infatti, portavano armi simili a quelle rubate lo scorso 30 aprile dal Parque de la Guardia Nacional presso il Palacio Federal Legislativo.
Si tratta di fucili guerra regolamentari in forza alla Fuerza Armada Nacional Bolivariana (FANB) che hanno cercato di vendere per 35.000 dollari americani quando sono stati arrestati.
Sono stati inoltre confiscati, secondo quanto rende noto Rodriguez, cinque fucili AK-103 appartenenti al distaccamento 432, con sede presso il Palacio Federal Legislativo.
I fermati rispondono al nome di Erick Sanchez e Jason Parisi, incaricati della sicurezza del leader di opposizione. Sono stati arrestati insieme a Eduardo Javier García, cugino di Sanchez, mentre tentavano di vendere le armi.
Jorge Rodriguez ha informato che «l’indagine continua il suo corso e nelle prossime ore vi saranno ulteriori dettagli».
«Qualche giorno fa, durante una conferenza stampa, abbiamo mostrato la pantomima di Guaidó su un'autostrada. Questi criminali da una parte partecipano al tavolo di dialogo e dall'altra parte continuano con le azioni violente».
Un messaggio per l'opposizione venezuelana che ha deciso di tornare a sedersi al tavolo di negoziazione: «O giochiamo pulito o giochiamo pulito. Non si possono avere obiettivi diversi in agenda. Questo caso mostra che i circoli vicini a Juan Guaidó sono coinvolti», ha denunciato Rodríguez.
Ha anche chiesto loro «quanti altri articoli della Costituzione intendono violare? Perché sono sempre legati a atti di violenza e armi? O giochiamo pulito o giochiamo pulito, quindi non cerchino di coprire queste operazioni».