Wolfgang Schauble smonta il Recovery Fund punto per punto

Wolfgang Schauble smonta il Recovery Fund punto per punto

In cambio di digitale ed idrogeno

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di MUSSO


Wolfgang Schäuble ha pubblicato sulla FAZ un intervento diluviale [https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-wolfgang_schauble_su_faz_scrive_con_le_proprie_forze/11_36024/], approssimativamente 3500 parole, per dire la sua sulle “speciali responsabilità di guida” (Führung, letteralmente) della Germania nel semestre di presidenza della Ue, che è appena iniziato.
 

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Ci tiene di far sapere di volere “sostenibilità sociale ed ecologica - lotta contro il cambiamento climatico e per la conservazione della diversità biologica”, “una maggiore autonomia strategica” in campo sanitario correggendo “gli eccessi della globalizzazione”, nonché “l’unione di libertà e giustizia sociale, di progresso e sostenibilità, di democrazia, stato di diritto e diritti umani universali”. A tal fine, egli crede necessario che l’Europa debba far fronte alla Cina ed al ripiegamento degli Stati Uniti d’America, dunque “molto più di prima assumersi responsabilità nel mondo e per la propria sicurezza.


Ciò comprende pure la disponibilità ad impiegare in ultima analisi la forza militare, quanto meno di poter minacciare di usarla” e, a tal fine, implica che l’autorizzazione all’uso della ‘forza’ militare tedesca sia trasferito dal Parlamento al governo, sul modello francese.


È comunque consapevole che “cambiamenti in Europa sono difficili da imporre, senza la pressione di una grave crisi, che apre nuove possibilità di intervento e aiuta a superare gli ostacoli”, al punto che il lettore è percorso un istante dal dubbio che il vecchio stia cercando una nuova guerra, dubbio subito superato solo pensando alla notoria immaterialità dell’investimento militare tedesco.
 

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In ogni caso, occorre “convincere i propri cittadini” epperciò “l'Europa deve riformarsi urgentemente”, pur non modificando i trattati. Qui compare l’Euro, come uno esempio di come non bisogna fare. Essendo costretta a procedere per piccoli passi, si è combinato di fare una moneta unica senza politica economica e finanziaria comune, un difetto che ormai – scrive Schäuble – avrebbe capito “pure l’ultimo arrivato”. Ed offre le sue soluzioni.
 

[1] Costituire un FME-Fondo Monetario Europeo, con esplicito richiamo alla sua proposta del 2010 (i bei tempi in cui il vecchio credeva ancora che “le distorsioni sarebbero molto maggiori con le precedenti valute nazionali” ed ordinava alla Grecia di “stringere la cintura”). Allora aveva detto: “per l’equilibrio interno della zona euro abbiamo bisogno di un'istituzione che abbia l'esperienza del FMI e il diritto di intervenire”. Oggi è percorso dalla nostalgia: “sono convinto che oggi saremmo in Europa molto più avanti, se nella crisi della Grecia del 2010 si fosse imposta l'idea di istituire un Fondo Monetario Europeo”. Un richiamo implicitamente evocativo al ritorno della mano dura nel controllo delle politiche fiscali.
 

[2] Obbedire alla sentenza di Karlsruhe[http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/ribellione-tedesca-la-sentenza-di-karlsruhe-si-abbatte-su-bce-trattati-e-corte-di-giustizia-ue/], lì dove essa “getta una luce su questo difetto di costruzione del Trattato di Maastricht”, per tramite della futura ‘Conferenza sul futuro dell'Europa’ la quale – secondo Schäuble e con tanti saluti al romantico Adam Tooze[https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-
storico_inglese_adam_tooze_sul_principale_quotidiano_tedesco_la_sentenza_di_karlsruhe_avr_conseguenze_esplosive_per_lordinamento_giuridico_europeo/82_36005/
] ed al pur cinico Münchau [https://www.ft.com/content/a9f11763-6e3e-446c-bf77-8bae0dc630cf] – dovrebbe “concentrarci su essenziali chiarificazioni delle competenze”. E qui il lettore non può esimersi di pensare alla pretesa di Karlsruhe che Bce abbia allargato la propria competenza di politica monetaria sino ad invadere la competenza di politica economica dei governi nazionali.
 

[3] “Trasformare, attraverso il Recovery Fund, l'unione monetaria in un'unione economica”, attraverso “rigidi orientamenti ed un uso efficiente dei fondi” che consentano di “stimolare attraverso idee creative una nuova dinamica”: segue lungo elenco che spazia da “la trasformazione verso un'economia digitalizzata basata sulla conoscenza”, a “l'intelligenza artificiale”, a reti europee veloci, a “campioni europei in settori quali, ad esempio, le comunicazioni, l'aviazione o i servizi di pagamento”, a “l'espansione delle tecnologie dell'idrogeno” pure in Nord Africa e del Vicino Oriente. Notasi una certa apertura al modo di finanziare questi investimenti, addirittura tasse comunitarie (a fronte di una qualche estensione dei poteri del Parlamento europeo): il che potrebbe accendere qualche €-entusiasmo non si sapesse che Merkel le ha appena cassate in blocco[http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/silenzio-parla-angela-ecco-la-vera-bomba-dellintervista-alla-merkel-fa-sua-la-sentenza-di-karlsruhe/], sicché al lettore resta solo la solita sensazione che in Germania lo sport nazionale sia il gioco del poliziotto buono e del poliziotto cattivo.
 

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Per l’Eurozona non v’è altro, a parte un omaggio di prammatica ai Francesi, coinvolti nel disegno dei suddetti investimenti strategici e formalmente nella invenzione del Recovery Fund. Significativo l’imbarazzo di Le Monde [https://www.lemonde.fr/international/article/2020/07/07/wolfgang-schauble-en-defense-de-la-souverainete-de-l-ue_6045465_3210.html], che solo riesce in una premessa enfatica (paragona l’articolo di Schäuble al discorso di Macron del 2017 alla Sorbona e definisce il vecchio “il portavoce di un movimento abbastanza profondo, che mostra un nuovo approccio alle questioni europee in Germania” addirittura), senza darle nel resto dell’articolo alcuna sostanza.


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Per i Mediterranei il menzionato cenno all’idrogeno (che crediamo non sarebbe un cattivo affare: Snam Eni Enel hanno la tecnologia e quanto prodotto in Nord Africa e nel Vicino Oriente giungerebbe via gasdotti italiani; benché sia ben difficile che tali investimenti si riflettano in un significativo effetto diretto sul Pil italiano e, quanto agli effetti indiretti, troppo poco si sa ancora del futuro costo dell’energia così veicolata).


Eppoi la vaga proposta di “centri di soccorso e asilo al di fuori dell'UE”, ma che i paesi del Nord Africa hanno già respinto, per giunta accompagnata dalla sottolineatura del “salvataggio marittimo nel Mediterraneo, al quale siamo umanitariamente impegnati, consapevoli di incoraggiare così un cinico traffico di immigranti illegali”, nonché dalla promessa di una “una legge europea comune in materia di diritto di asilo”, cioè con esclusione dei migranti economici che rappresentano la massima parte degli sbarcati. Vaga promessa immediatamente smentita dalla grande attenzione che Schäuble riserva ai Paesi dell’Est, che non debbono essere forzati a ricevere Asilanti, presso di loro “Nazione ed Europa non devono essere giocate l’una contro l’altra”, la Polonia viene anzi invitata “ad entrare nel giro dei grandi Stati membri”, viene loro promesso che ulteriori passi integrativi verrebbero compiuti per la via della cooperazione rafforzata quindi consentendo loro di stare fuori, nell’attesa che emerga “un sentimento di appartenenza” europeo, di tutte le capitali cita Berlino-Parigi-Budapest-Varsavia.


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Il lettore italiano può trarre per sé le conclusioni: avrà zero in difesa, zero in migrazione, mano dura nel controllo delle politiche fiscali, meno Bce, investimenti in digitale ed idrogeno continentali. Insomma darà via Bce e subirà mano dura nel controllo delle politiche fiscali in cambio di digitale ed idrogeno. Basta saperlo.

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