Argentina: con Macri vince il neoliberismo
Il nuovo presidente è inoltre intenzionato a fare dell'Argentina un partner privilegiato di Israele e Stati Uniti
All'indomani dello storico ballottaggio in Argentina dove il candidato della destra Mauricio Macri ha sconfitto di misura – raggiungendo il 51,44% - il candidato peronista del Frente para la Victoria, Daniel Scioli, TeleSur ha tracciato un ritratto in cinque punti del futuro presidente argentino che propugna un ritorno alle politiche neoliberiste che gettarono il paese sudamericano nel caos.
Il governatore uscente della Città autonoma di Buenos Aires oltre a volore il ritorno a quelle misure di tipo neoliberista che provocarono la grave crisi economica che culminò alla fine degli anni 90' nel tristemente noto 'corralito' finanziario e nel default argentino, ha caraterizzato la sua gestione della città di Buenos Aires per la carenza di opere pubbliche portate a compimento, la mancata costruzione di alloggi popolari e l'eccessivo indebitamento.
1 – Il candidato dei mercati
L'imprenditore Mauricio Macri leader di Propuesta Repubblicana (Pro) e candidato per l'alleanza Cambiemos, deve la sua fortuna all'impero creato dal padre - l'italiano Franco Macri - che partito con 7 aziende nel 1970, al termine della dittatura militare era proprietario di ben 46 società.
La sua proposta politica in ambito economico prevede l'apertura dell'Argentina ai mercati internazionali, libertà di fluttuazione del cambio tra peso e dollaro, la ripresa dei negoziati con i fondi avvoltoio. Inoltre, Macri ha intenzione di arrivare a un accordo 'amichevole' con il Regno Unito riguardo alla disputa sulle isole Malvinas e lasciarsi alle spalle i processi sulle violazioni dei diritti umani in Argentina durante il regime militare. A tal proposito il quotidiano di destra 'La Nacion' già oggi, appena un giorno dopo l'elezioni di Macri invitata il nuovo presidente a chiudere la stagione della vendetta. In pratica cancellare i processi contro chi si è macchiato di gravi crimini nel periodo buio della dittatura militare, segnato da torture, omicidi e sparizioni.
2 – Megasvalutazione
Mauricio Macri e i suoi economisti di riferimento hanno annunciato che come prima misura di governo, elimineranno le restrizioni riguardanti l'acquisto di dollari. Una mossa che, secondo esperti interpellati da TeleSur, comporterebbe un forte rialzo dell'inflazione con conseguente perdita del potere d'acuisto dei salari.
3 – I legami con gli Stati Uniti d'America
Secondo alcuni documenti diffusi da Wikileaks e resi noti dal giornalista argentino Santiago O´Donnell, l'allora sindaco della Città di Buenos Aires, Mauricio Macri, in una riunione con il governatore della Carolina del Sud Mark Sanford, svoltasi nel giugno del 2008, avrebbe richiesto con insistenza che gli Stati Uniti facessero pressione sul presidente argentino dell'epoca Néstor Kirchner.
Richieste reiterate che gli Stati Uniti rispedirono al mittente, con l'ambasciatrice statunitense in Argentina, Vilma Socorro Martínez, costretta a spiegare a Macri che il governo degli Stati Uniti non voleva raggiungere il punto di rottura con Kirchner.
4 – Gli amici di Macri
Gli analisti politici hanno evidenziato i legami di Macri con le cosiddette 'nuove destre' latinoamericane: Leopoldo López in Venezuela, Aécio Neves in Brasile, e Guillermo Lasso in Ecuador, tutti impegnati a costruire consenso mascherando i propri intenti di ritorno al neoliberismo sfrenato, dietro slogan come zero povertà o lotta alla corruzione.
Il miglior alleato di Macri però è il colombiano Álvaro Uribe Vélez, che nel 2010 definì il nuovo presidente argentino «una speranza per tutti i latinoamericani».
Due esempi per capire quale sarà la politica estera di Mauricio Macri: in un dibattito politico con l'avversario sconfitto Scioli, l'ex sindaco di Buenos Aires ha affermato che si impegnerà per la liberazione di Leopoldo López, l'esponente dell'estrema destra venezuelana condannato a 13 anni di prigione per le proteste violente del 2014 che causarono la morte di 43 persone innocenti e centinaia di feriti. Macri è inoltre molto vicino al primo ministro israeliano Benjamín Netanyahu, che considera un punto di riferimento molto importante. Nelle sue intezioni l'Argentina deve diventare un partner strategico di Israele e ridurre al minimo i rapporti con l'Iran.
5 – Contrasto al progetto d'integrazione latinoamericana
Tutta la destra latinoamericana sostiene Macri, secondo l'analisi del giornalista ed editorialista di TeleSur Alberto López Girondo, nella speranza che possa rappresentare il cavallo di Troia per riportare le politiche neoliberista in tutto il continente: «Appoggiano Macri perché credono che una vittoria della destra in Argentina può scatenare un effetto domino».
Questo nonostante i vari esponenti della destra latinomericana siano ben coscienti dei grossi cambiamenti avvenuti in America Latina rispetto a 20-30 anni fa quando la lunga notte neoliberale sembra non dovesse avere fine. Poi l'avvento al potere in Venezuela di Hugo Chávez, cambiò il volto e i rapporti di forza nell'intero continente.