Attivista interviene durante sessione dell'OSA per condannare il golpe in Venezuela. Censura totale dei media italiani

Attivista interviene durante sessione dell'OSA per condannare il golpe in Venezuela. Censura totale dei media italiani

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di Fabrizio Verde
 

La narrazione tossica dei media mainstream sul Venezuela è molto selettiva. Ogni atto che vada a favore del legittimo governo guidato da Maduro viene scientificamente occultato in modo da far passare l’idea che quello definito con sprezzo della realtà come un ‘regime’ sia isolato e ripudiato finanche dallo stesso popolo venezuelano. 

 

Così, in Italia nel profluvio di parole utilizzate per raccontare una realtà parallela sul Venezuela, succede che venga ignorato il fatto che un’attivista abbia contestato il Segretario di Stato degli USA, Mike Pompeo, durante una sessione dell’Organizzazione degli Stati Americani, invitando a non sostenere il «colpo di Stato in Venezuela». 

 

«Sono inorridita da questo colpo di stato in corso», ha detto l'attivista dell'organizzazione pacifista statunitense Code Pink, Medea Benjamin, durante la sessione straordinaria dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), svoltasi giovedì.

 

Benjamin è entrata nei locali con un cartello dove chiedeva all’OSA di non avallare il «colpo di Stato in Venezuela» proprio durante l’intervento di Pompeo. 

 

Il Segretario di Stato ha invitato i 34 Stati membri dell’OSA a riconoscere Juan Guaidó, il capo dell'Assemblea Nazionale (AN) del Venezuela, come «presidente ad interim» del paese sudamericano, dopo essersi autoproclamato. 

 

Gli USA hanno immediatamente riconosciuto il golpista Guaidò come presidente, seguiti dai vassalli regionali come Argentina, Cile, Brasile ed Ecuador. Mentre la stragrande maggioranza dei paesi del mondo con alla testa Bolivia, Cuba, Messico, Iran, Cina, Siria e Russia hanno ribadito di rispettare la volontà popolare scaturita dalle urne e si sono schierati con Nicolas Maduro. 

 

Il ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, ha definito «coraggiosa e solidale» l'azione dell'attivista. «Con la sua protesta ha rivelato il macabro piano di golpe contro il Venezuela. Vinceremo sempre! Grazie!», ha scritto Arreaza sul suo account Twitter.

 

In risposta alla posizione del governo degli Stati Uniti sul suo sostegno all'oppositore Guaidó, Maduro ha reciso i legami con gli Stati Uniti e dato 72 ore al corpo diplomatico degli Stati Uniti per lasciare il territorio nazionale del Venezuela.

 

Caracas ha ripetutamente condannato la lunga trama destabilizzante degli Stati Uniti. Il ministro Arreaza ha denunciato alle Nazioni Unite che Washington cerca di «promuovere un colpo di Stato contro Maduro».

 

Invece, per la nostra stampa che si autodefinisce libera, il Venezuela avrebbe due presidenti.

 

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