Crisi nucleare: Iran ratifica legge per sospendere attività AIEA

Blocco immediato di verifiche e monitoraggi. Ghalibaf: "Avanti con il programma nucleare, doppi standard inaccettabili

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Crisi nucleare: Iran ratifica legge per sospendere attività AIEA

Il Consiglio dei Guardiani dell'Iran ha ratificato definitivamente una legge che sospende ogni forma di cooperazione con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA). La decisione, approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento il giorno precedente, è presentata da Teheran come risposta diretta ai recenti attacchi israeliani e statunitensi contro i siti nucleari iraniani e al silenzio dell'agenzia dell'ONU di fronte a tali azioni.

La legge blocca immediatamente e senza necessità di ulteriori approvazioni governative tutte le attività dell'AIEA in Iran, comprese ispezioni, monitoraggi e relazioni periodiche. La sospensione resterà in vigore finché l'Iran non riceverà "garanzie tangibili" per la sicurezza delle sue installazioni nucleari e del personale, insieme al pieno riconoscimento dei suoi diritti all'arricchimento dell'uranio previsti dal Trattato di Non Proliferazione (TNP).

L'azione legislativa è stata motivata dal Parlamento iraniano come reazione a una "risoluzione politicizzata" dell'AIEA che accusava ingiustamente l'Iran di non conformità, e soprattutto al mancato condanno dell'agenzia per gli attacchi aerei condotti da Stati Uniti e Israele tra il 13 e il 21 giugno, culminati con bombardamenti su Fordow, Natanz e Isfahan. Questi attacchi, parte di un conflitto durato 12 giorni conclusosi con una tregua il 24 giugno, avevano già portato alla chiusura forzata dell'accesso degli ispettori dell'AIEA.

Il Presidente del Parlamento, Mohammad Bagher Ghalibaf, ha lanciato durissime accuse all'agenzia, affermando che il suo silenzio di fronte all'"aggressione militare" dimostra la perdita completa di "neutralità e indipendenza". "L'AIEA ha svenduto la sua credibilità", ha dichiarato Ghalibaf, aggiungendo che il programma nucleare pacifico dell'Iran avanzerà "con maggiore determinazione". Funzionari e parlamentari hanno personalmente attaccato il Direttore Generale dell'AIEA, Rafael Grossi, definendolo "bugiardo" e "strumento nelle mani del regime sionista e degli Stati Uniti". È stata anche avanzata una proposta per vietare a Grossi l'ingresso nel paese.

L'ambasciatore francese all'ONU, Jerome Bonnafont, aveva già avvertito che il mancato ripristino della cooperazione con l'AIEA potrebbe innescare la "clausola snapback" dell'accordo nucleare JCPOA, che permetterebbe il ripristino unilaterale delle sanzioni ONU. Bonnafont ha chiesto un accordo "forte, verificabile e duraturo". Anche il Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, si è opposto alla decisione iraniana, esortando al mantenimento del dialogo con l'AIEA per sostenere la posizione di Teheran di non voler sviluppare armi nucleari. Il Cremlino ha definito il voto una conseguenza diretta degli attacchi e ha criticato l'agenzia per non averli condannati.

Grossi, dal canto suo, ha ribadito che la cooperazione con l'AIEA è un obbligo legale derivante dal TNP, "non una concessione". Parlando a Vienna e Parigi, ha affermato che l'uranio arricchito iraniano "potrebbe essere ancora lì", probabilmente spostato in siti protetti, e che riprendere le ispezioni è la sua "massima priorità", soprattutto ora che è in vigore il cessate il fuoco. Ha sottolineato la necessità di accesso immediato.

Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha respinto le critiche, condannando quello che ha definito il "siluramento" della diplomazia da parte di Washington e affermando che l'Iran non vede più valore nell'impegnarsi con l'attuale quadro del TNP. Ha ribadito che le attività nucleari del paese continueranno "indipendentemente dalle pressioni internazionali". In segno di risposta alle provocazioni occidentali, l'Iran ha annunciato piani per costruire un nuovo impianto nucleare e potenziare l'arricchimento con centrifughe avanzate a Fordow.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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