Dai terroristi in Siria ai nazisti in Ucraina: i "tour" delle armi occidentali

Dai terroristi in Siria ai nazisti in Ucraina: i "tour" delle armi occidentali

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

 

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato, oggi, un nuovo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina, del valore di 800 milioni di dollari, che includerà artiglieria pesante, 144.000 proiettili e veicoli senza pilota. "Oggi annuncio 800 milioni di dollari per aumentare ulteriormente la capacità dell'Ucraina di combattere nell'est, nella regione del Donbass".

Prosegue, dunque, il tentativo degli Stati Uniti di allargare il conflitto dall'Ucraina al resto dell'Europa. E questo nonostante martedì scorso, addirittura l'emittente di riferimento dell'oligarchia statunitense, la CNN avesse messo in guardia sul fatto che l'amministrazione guidata da Joe Biden ha pochi modi per tracciare le significative forniture di armi anticarro, contraeree e altre armi che invia in Ucraina.

Questa negligenza, come si sottolinea nel reportage, potrebbe essere pericolosa a lungo termine, poiché aumenta il rischio che alcune di queste armi possano finire nelle mani di altri militari e milizie che gli Stati Uniti non intendevano armare. Come per il caso di al Qaeda, con le armi Usa finite nelle mani dei terroristi di mezzo mondo, tra dieci anni ci ritroveremo gli "aiuti" all'Ucraina tra i nazisti vicini agli "alleati" ucraini. 

La Cnn, tra l’altro, menziona sia la mancanza di una presenza fisica degli Stati Uniti sul territorio ucraino che la facile portabilità di molti dei sistemi più piccoli che vengono spediti come due fattori principali per la perdita della loro tracciabilità.

La CNN in merito ha chiesto lumi a Jordan Cohen, analista della difesa e di politica estera presso l'istituto statunitense CATO, specializzato sulla vendita di armi, il quale ha affermato che il pericolo maggiore che circonda l'ondata di armi incanalata in Ucraina è ciò che accadrà loro quando la crisi finirà o passerà in una fase di prolungata stagnazione.

Quello che vale per gli Stati Uniti vale anche per l'Italia. È noto come il nostro paese, nonostante la ferma contrarietà della stragrande maggioranza del popolo italiano, abbia deciso di armare il regime di Kiev e i battaglioni nazisti. In futuro, le armi italiane chiaramente vivranno la stessa incognita posta dalla Cnn per quelle statunitensi. 

Queste armi possono finire in mani sbagliate, come è avvenuto anche in Siria, solo per citare l’ultimo esempio.

A tal proposito, vi rimandiamo all'articolo del 27 marzo del 2014 del noto reporter di guerra Robert Fisk su The Indepedent, il quale scrisse all'inizio del suo pezzo: "Beh, Dio benedica Barak Obama. Ha trovato alcuni ribelli “moderati” in Siria. Così “moderati” da fornirgli armi, addestramento e 500 milioni di dollari. Il Congresso degli Stati Uniti vuole armare questi valorosi 'combattenti per la libertà'“.

Non solo, Fisk, a proposito, dei "ribelli siriani" che potrebbero essere benissimo i "kantiani" ucraini, precisò: “Si dice che i “combattenti per la libertà” non hanno ricevuto abbastanza armi. Ora ne avranno di più. E non c’è dubbio che le venderanno, come hanno fatto prima.” “Date ad un uomo dell’Esl – nel caso lo incontraste – un missile antiaereo e ve lo venderà al miglior offerente. In tutte le guerre civili che ho coperto non ho mai visto una pistola nelle mani di una milizia che non l’avesse acquistata da qualcun altro. In un’intervista umiliante per il nostro ministro della difesa a Channel 4, ha ammesso che le armi consegnate ai ribelli siriani erano finite nelle mani dei “cattivi”. Come si fa a controllare tutti quelli a cui viene consegnata un’arma? Si deve inviare un drone personale per controllare che non le venda?”

Le guerre degli ultimi 30 anni si somigliano: vuoi per la propaganda, per le provocazioni per giustificarla e vuoi per un elemento determinante nel prolungare il bagno di sangue: l’invio di armi ai "paladini" dell’occidente di turno. Che siano jihadisti o nazisti poco importa, quando l'apparato mediatico è in grado di trasformarli in "eroi di libertà".

Al Qaeda in Afghanistan contro l’Urss negli anni ’80 del Novecento, prima alleati, poi di nuovo nemici con gli attacchi dell’11 Settembre del 2001, per diventare nuovamente sodali a Idlib in Siria negli ultimi anni. Lo stesso potrebbe accadere per i "nazisti moderati" in Ucraina.

Francesco Guadagni

Francesco Guadagni

 

Nato nell'anno di grazia 1979. Capolavoro e mancato. Metà osco, metà vesuviano. Marxista fumolentista. S.S.C.Napoli la mia malattia. Pochi pregi, tanti difetti, fra i quali: Laurea in Lettere Moderne, Iscrizione all'Albo giornalisti pubblicisti della Campania dal 2010. Per molti anni mi sono occupato di relazioni sindacali, coprendo le vertenze di aziende multinazionali quali Fiat e di Leonardo Finmeccanica. Impegno di militanza politica, divenata passione, è il Medio Oriente. Per LAD Gruppo Editoriale ho pubblicato il libro 'Passione Pasolini - Un Viaggio con David Grieco', prefazione di Paolo Desogus. 

Il massacro in Georgia e la retorica (insopportabile) dei neoliberisti di Francesco Erspamer  Il massacro in Georgia e la retorica (insopportabile) dei neoliberisti

Il massacro in Georgia e la retorica (insopportabile) dei neoliberisti

Se Zelensky parla di pace... di Paolo Desogus Se Zelensky parla di pace...

Se Zelensky parla di pace...

Una rete di mercenari a guida Usa pronti al golpe in Venezuela di Geraldina Colotti Una rete di mercenari a guida Usa pronti al golpe in Venezuela

Una rete di mercenari a guida Usa pronti al golpe in Venezuela

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Terrorismo in Libano: il corto circuito di Repubblica di Francesco Santoianni Terrorismo in Libano: il corto circuito di Repubblica

Terrorismo in Libano: il corto circuito di Repubblica

Le economie allo sbando. Come prima, più di prima di Giuseppe Giannini Le economie allo sbando. Come prima, più di prima

Le economie allo sbando. Come prima, più di prima

Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione di Antonio Di Siena Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione

Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione

Le principali tappe del declino italiano  di Gilberto Trombetta Le principali tappe del declino italiano

Le principali tappe del declino italiano

APRIRE LE GABBIE ALLE TIGRI ANZICHÉ CAVALCARLE di Michelangelo Severgnini APRIRE LE GABBIE ALLE TIGRI ANZICHÉ CAVALCARLE

APRIRE LE GABBIE ALLE TIGRI ANZICHÉ CAVALCARLE

Storm Shadow su Mosca. E poi? di Giuseppe Masala Storm Shadow su Mosca. E poi?

Storm Shadow su Mosca. E poi?

Cisgiordania, l’altra “faccia” della Palestina di Paolo Arigotti Cisgiordania, l’altra “faccia” della Palestina

Cisgiordania, l’altra “faccia” della Palestina

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti