Emiliano Brancaccio: "Big Pharma metteva in conto anche l'esproprio, ma la politica resta a tappetino"

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"Il Consiglio europeo dedicato ai ritardi della campagna vaccinale è un'altra delusione: i brevetti non si toccano, le esportazioni di vaccini non si discutono e Draghi si limita solo a dire che le aziende ritardatarie non devono essere "scusate". Eppure nei documenti di fine estate presentati agli investitori, Biontech e le altre aziende farmaceutiche si attendevano una reazione politica ben più aggressiva, arrivando addirittura a prevedere l'esproprio dei brevetti e degli stabilimenti produttivi. Mentre Big Pharma immaginava una risposta socialista alle sue inadempienze, la politica resta a tappetino e non osa."

Il commento dell'economista Emiliano Brancaccio dell'Università del Sannio sulle frequenze di RAI radio uno. "Biontech aveva messo in punto 

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