Green Pass, quei "fascisti" di Amnesty International...

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Green Pass, quei "fascisti" di Amnesty International...

 
Persino Amnesty International - Italia in un comunicato di ieri esprimeva perplessità sull’impiego del Green Pass (link in basso). Nessuna sorpresa, è il solito manipolo di pericolosissimi fascisti (non a caso lo sfondo nero…): dov’è Corrado Formigli quando abbiamo così disperatamente bisogno di lui? Qualcuno di Fanpage dovrebbe assolutamente infiltrarsi.
 
L’amico Gabriele Guzzi riporta oggi il passaggio forse più significativo del documento (soprattutto la seconda parte).
 
Ve lo riporto:
 
"Per quanto riguarda il Green Pass rafforzato recentemente approvato, deve trattarsi di un dispositivo limitato nel tempo e il governo deve continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure, con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti e non devono essere penalizzati.
In ogni caso, Amnesty International Italia chiede che siano previste misure alternative – come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19 – per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni."
 
Nel frattempo una parte del paese pensa a Bersani come Presidente della Repubblica, uno che due giorni fa ha sostenuto che, nel caso in cui i posti letto dovessero scarseggiare, bisognerà scegliere di curare prima i vaccinati e poi i non vaccinati: un uomo che unisce insomma.
Ovviamente le possibilità che Bersani arrivi al colle sono pari alle stesse che aveva di andare a Palazzo Chigi nel 2013, però per alcuni la speranza è l’ultima a morire. E poco importa se Pierluigi ha firmato le liberalizzazioni nel 2006, il pareggio di bilancio nel 2012 (dopo aver dichiarato «non parlateci di pareggio di bilancio in Costituzione, sarebbe castrarsi da ogni politica economica») e votato il Jobs Act nel 2015 (disse: «certamente non mancherà la lealtà verso il partito e il governo». Era il governo Renzi, che poi dal partito lo ha pure buttato fuori).
 
Però, sapete una cosa? Ve la voglio proprio dire.
 
Ci pensavo stamattina mentre facevo una corsetta: io questi che vogliono Bersani al Quirinale li capisco: oggi c’è un tale vuoto a sinistra che pure uno che vagamente potrebbe sembrare di sinistra te lo fai andare bene. È una sorta di crisi di astinenza dalla sinistra, come un eroinomane che si fa andare bene il metadone pur di tirare avanti, una cosa del genere.
 
Una volta, ero ragazzino, e un anziano nella villa comunale della mia città mi raccontò aneddoto che trovai davvero divertente. Mi disse: «siete fortunati voi oggi! Quando ero giovane io, se una donna ti mostrava una caviglia, tu correvi a farti una pippa».
 
Tutto dipende dalle circostanze: in momenti disperati si è disposti davvero ad accontentarsi di tutto, di tutti, persino di Bersani. Poi c'è chi prone la Bonino, ma si entra nel patologico: per quelli nessuna comprensione, solo il manicomio.
SONO AUTORE DI “CONTRO LO SMART WORKING” (LATERZA 2021):
 
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858144442

Savino Balzano

Savino Balzano

Savino Balzano, nato a Cerignola nel 1987, ha studiato Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Perugia. Autore di "Contro lo Smart Working" (Laterza, 2021) e di "Pretendi il Lavoro! L'alienazione ai tempi degli algoritmi" (GOG, 2019). Sindacalista, si occupa di diritto del lavoro, collabora con diverse riviste.

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