I soldati del Sudafrica pronti a intervenire in Venezuela in caso di invasione USA

I soldati del Sudafrica pronti a intervenire in Venezuela in caso di invasione USA

L'ambasciatore a Caracas del paese africano: «Se è necessario portiamo i nostri soldati a combattere contro gli americani»

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Gli intenti bellicosi di Donald Trump verso il Venezuela erano ben noti e anche immaginabili pur se non vi fosse stata la conferma ufficiale che il presidente statunitense l’anno passato avesse palesato ai suoi collaboratori più stretti l’intenzione di invadere militarmente il Venezuela. 

 

Ben nota però è anche la grande solidarietà internazionale di cui gode la Repubblica Bolivariana del Venezuela che evidentemente raccoglie i frutti di quanto seminato dal presidente Hugo Chavez con la sua ‘Diplomacia Bolivariana de paz’. Una nuova concezione delle relazioni internazionali dove il Venezuela agisce attivamente affinché si proceda verso un mondo multipolare dove la pace sia garantita. 

 

L’ennesima conferma arriva dalle parole dell’ambasciatore del Sudafrica a Caracas. Joseph Nkosi ha infatti reso noto che la nazionale africana - patria di Nelson Mandela - mette a disposizione del governo bolivariano le sue forze armate per affrontare l'impero statunitense, nel caso in cui venga realizzata un'invasione del paese latinoamericano.

 

«Se è necessario che portiamo i nostri soldati a combattere contro gli americani, lo faremo. Non possiamo lasciarci dominare dall'amministrazione americana», ha affermato l'ambasciatore in occasione del 100° anniversario della nascita del leader sudafricano Nelson Mandela. 

 

Inoltre Nkosi ha spiegato che la sua nazione è impegnata nella lotta «contro l’embargo imposto dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea sul Venezuela. È lo stesso embargo imposto a Cuba». 

 

Il diplomatico africano ha infine allargato il suo ragionamento sulle ultime mosse statunitensi: «Un paio di giorni fa hanno giocato a diventare amici della Russia, quando non lo sono, hanno anche cercato di fare amicizia con la Cina quando non sono amici della Cina, i giorni del dominio degli Stati Uniti sul mondo sono contati».

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