«Il 95% dei pazienti gravi è vaccinato», afferma il direttore dell'ospedale Herzog di Gerusalemme
Riguardo la reale efficacia del vaccini anti-Covid da Israele arriva un monito: «L’efficacia del vaccino sta diminuendo», ha dichiarato il dottor Kobi Haviv, direttore medico dell'ospedale Herzog di Gerusalemme.
Il medico israeliano afferma che la maggior parte dei pazienti Covid-19 ricoverati nel suo ospedale sono completamente vaccinati e anche quelli con malattie gravi sono stati vaccinati.
Parlando con Channel 13 TV News il 5 agosto, il dottor Kobi Haviv ha affermato che "dall'85 al 90 percento dei ricoveri sono in persone completamente vaccinate" e "il 95 percento dei pazienti gravi è vaccinato”. L'ospedale Herzog è specializzato nell'assistenza infermieristica agli anziani.
I dati del ministro della Salute israeliano di luglio hanno suggerito che l'efficacia del vaccino Pfizer nel prevenire l'infezione e le malattie sintomatiche è scesa dal 90 percento a solo il 39 percento e il 41 percento, rispettivamente. Tuttavia, i livelli di protezione contro le malattie gravi (88 per cento) e il ricovero (91,4 per cento) sono rimasti elevati.
Il vaccino Pfizer è stato l'unico vaccino COVID-19 disponibile per gli israeliani da quando è stato autorizzato per l'uso nel dicembre 2020. Tuttavia, il mese scorso il governo ha annunciato che presto potrebbe essere disponibile anche il siero prodotto da Moderna. A partire da venerdì, 5.392.509 milioni degli oltre 9 milioni di persone hanno ricevuto una seconda dose di un vaccino a RNA messaggero e 349.707 persone hanno ricevuto la terza vaccinazione di richiamo, secondo i dati del Ministero della Salute. Il paese ha registrato oltre 3.000 casi positivi di COVID-19, 261 con malattie gravi e sei decessi al 4 agosto.
Le persone sono considerate completamente vaccinate due settimane dopo il loro secondo vaccino con RNA messaggero (nel caso di Israele Pfizer).
Israele è stato uno dei primi paesi a lanciare un programma di vaccinazione di massa nel dicembre 2020 e, nel giro di tre mesi, almeno il 50% della sua popolazione è stato inoculato con un vaccino RNA messaggero, rendendo il paese un leader mondiale nella vaccinazione contro il Covid-19.
Ma nelle ultime sei settimane, il paese ha visto un continuo aumento del numero di casi Covid-19 e ricoveri ospedalieri a causa della variante delta.
Il caso israeliano dovrebbe far riflettere tutti quei governi che hanno deciso, a quanto pare in maniera miope, di combattere il Covid-19 esclusivamente tramite la vaccinazione di massa per inseguire un’immunità di gregge che al momento appare una chimera. Forse approntare protocolli efficaci per cure precoci e domiciliari, rafforzare gli ospedali, la medicina territoriale, avrebbe permesso ai governi di possedere armi efficaci per combattere anche nuove varianti come la delta, più infettive e capaci di aggirare l’immunità offerta dai vaccini attualmente disponibili.