Il Cairo chiama... Pechino risponde
L'Egitto si impegna a cooperare nelle realizzazione della nuova Via della seta
di Diego Angelo Bertozzi
L'incontro di questa settimana a Il Cairo tra Xi Jinping e al-Sisi ha elevato a "partenariato strategico globale" il rapporto tra Cina popolare ed Egitto. Un rapporto che nella prassi diplomatica di Pechino ha precisi significati: la definizione “globale” indica una cooperazione multisettoriale in ambiti come quelli economico, politico, militare e culturale, mentre la versione “strategica” si riferisce ad un livello più alto di collaborazione con interessi comuni in generale e che coinvolge gli interessi fondamentali dei Paesi o organizzazioni interessare. Mentre la cooperazione con la Russia è una “partnership completa di collaborazione strategica” - definizione unica a significare lo stretto rapporto di oggi - quella con gli Usa è una semplice partnership limitata perlopiù all’ambito economico.
E ora con l'Egitto ad essere rafforzata sarà la cooperazione politica, economica, militare, culturale e tecnologica fino a quella sulle questioni regionali e internazionali. Su quest'ultimo punto c'è l'impegno al rispetto delle autonome vie di sviluppo, la condanna delle interferenze esterne e dell'interventismo cosiddetto "umanitario", il rispetto del diritto internazionale e l'impegno per la democratizzazione delle relazioni internazionali. Va ricordato che dal settembre scorso il governo egiziano ha istituito una commissione interministeriale con il preciso compito di migliorare i legami con Pechino (una commissione analoga è attiva anche per il versante russo).
L'Egitto si impegna a cooperare nelle realizzazione della nuova Via della seta, tanto che lo stesso al-Sisi ha precisato che il Paese rappresenta "la porta per il mondo arabo, per l'Europa attraverso il Mar Mediterraneo e per l'Africa". Così Pechino è invitata ad investire nell'espansione (una settantina di km) del canale di Suez.