Il caso Chen scuote il vertice tra Clinton e le autorità cinesi
Il caso dell’attivista per i diritti umani non vedente Chen Guangchen, che si è rifugiato 6 giorni nell’ambasciata americana dopo una rocambolesca fuga dagli arresti domiciliari dove era detenuto nella sua casa nella regione della Shandong, rischia di diventare un tema di discussione della serie di incontri che vedono impegnati a Pechino il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ed il Segretario al Tesoro Geithner. Ufficialmente i meeting tra governo cinese e governo Obama proseguono senza alcun intoppo ma ufficiosamente la vicenda del dissidente cieco ha scosso le relazioni già difficili tra Cina e Stati Uniti in particolare in questo momento.
Il Paese asiatico negli ultimi mesi ha infatti usato toni via via sempre più aggressivi nei riguardi di diritti di navigazione, sovranità, leadership e uso delle armi nella regione in generale. Non è un mistero che per Obama la zona del Pacifico è fondamentale dal punto di vista strategico e l’aumento della presenza di militari US in basi militari dell’alleato Australia non sono un caso ma un segnale che Pechino percepisce forte e chiaro. Cosi come l’appoggio di Washington alla Corea del Sud è alla luce del sole parallelamente meno palese ma presente è il sostegno di Pechino alla Corea del Nord a cui sembrerebbe aver fornito uno chassis per un missile, utilizzato in una parata a Pyongyang. L’attivista Chen è stato portato in una clinica dalle autorità cinesi ma al momento la diplomazia americana non riesce a mettersi in contatto con lui anche se le fonti ufficiali cinesi hanno fatto sapere che il dissidente potrà andare a studiare negli Stati Uniti come tutti gli altri studenti. La vicenda non è chiara visto che le garanzie ottenuta dai funzionari USA sembrano essere labili e la Cina non lascia trapelare nulla dai canali di informazione ufficiali.