Il "Green Pass" funziona benissimo (a questo)

4039
Il "Green Pass" funziona benissimo (a questo)

Pretendere il green pass per accedere ai luoghi di lavoro era, è e sarà un abominio: semplicemente incostituzionale. A fronte dell’assenza di un obbligo alla vaccinazione, impedire a coloro i quali liberamente e secondo la legge decidano di non vaccinarsi è ingiusto, illecito, illegale, illiberale, antidemocratico.

Soltanto mediante una legge è possibile introdurre un obbligo vaccinale: a stabilirlo è l’art. 32 della nostra Costituzione.
 
Costringere surrettiziamente le persone a piegarsi, inducendole alla fame, dopo averle private di fondamentali diritti alla socialità, è sbagliato, subdolo, infame.
 
E se questo valeva per il green pass allora è ancora più vero per il super green pass, che non consente neppure il ricorso al tampone (peraltro a carico del cittadino). È sempre e comunque inammissibile la privazione di fondamentali diritti costituzionali, come libertà e lavoro, ma lo è ancora di più se tale azione avviene mediante il ricorso a misure evidentemente illecite sotto il profilo costituzionale.
 
A questo si aggiunga poi una considerazione che appare oggi paradossalmente quasi marginale: il green pass non funziona, non serve ad un tubo. Il sistema era “pensato” (attribuire la prerogativa del pensiero a taluni che ci governano appare quasi comico) per garantire luoghi sicuri, salubri: col green pass non si contagiava nessuno (non si uccideva, diceva Draghi) e si aveva la garanzia di non essere contagiati. Sono gli stessi ideatori oggi a confermare quanto questo non sia vero e lo dimostrano i numeri dei contagi che ogni giorno registriamo.
 
E dunque al danno si aggiunge la beffa: uno strumento sorretto da regole incostituzionali, che peraltro non serve assolutamente a nulla. E il tutto perde la sua logica.
 
O forse no?
 
Ogni volta che mi confronto sulle questioni di cui mi occupo quotidianamente, mi incupisco quando qualcuno in buona fede sottolinea come i vari interventi succedutisi (le porcate tipo il “Pacchetto Treu”, la “legge Biagi”, il “decreto Sacconi”, la “legge Fornero”, il “decreto Poletti”, il “Jobs Act”) siano stati dei “fallimenti”: mi viene fatto notare come mediante quegli interventi di “flessibilizzazione” non sia stata creata occupazione e non sia stata rilanciata l’economia.
 
E grazie al ciufolo! Mi viene sempre da rispondere (Per la verità sono meno elegante nel ribattere).
 
Il punto è che argomentare in quel modo significa riconoscere una certa “onestà”, una sorta di “buona fede”, a chi quelle scelte le ha fatte. Ed è profondamente sbagliato: nessuno voleva creare più occupazione (non fosse altro perché la disoccupazione è utile a indebolire contrattualmente i lavoratori) e nessuno voleva rilanciare l’economia (si volevano piuttosto favorire i grandi gruppi industriali e le multinazionali). Quelle erano riforme di potere e hanno funzionato alla grandissima, altro che fallimenti! Volevano indebolire la comunità del lavoro, per favorire le élite finanziarie globalizzate: ci sono riusciti perché erano perfidi, non fessi.
 
E dunque io penso che la stessa cosa si debba sospettare nella attuale fase: a questi di contenere i contagi non interessa assolutamente nulla! Vogliono semplicemente tenere alta “la tensione” (espressione non casuale), mantenere forte il “vincolo esterno sanitario” (Preterossi ha ragione quando dice, semplifico, che il covid è come l’euro). La gestione emergenziale in atto è utile a disinnescare le dinamiche conflittuali democratiche che dovrebbero animare un paese “sano”.
 
È questa la vera malattia, una malattia che affligge da molti anni il nostro paese, una malattia che affligge la nostra democrazia, un virus “esploso” già in piazza Fontana per fermare un cambiamento che era cominciato e che correva veloce, troppo veloce. Un virus che non ha mai smesso di circolare e di tormentarci: e contro di esso che occorre trovare un vaccino, un vaccino costituzionale.
 
 
SONO AUTORE DI “CONTRO LO SMART WORKING” (LATERZA 2021):
 
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858144442...

Savino Balzano

Savino Balzano

Savino Balzano, nato a Cerignola nel 1987, ha studiato Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Perugia. Autore di "Contro lo Smart Working" (Laterza, 2021) e di "Pretendi il Lavoro! L'alienazione ai tempi degli algoritmi" (GOG, 2019). Sindacalista, si occupa di diritto del lavoro, collabora con diverse riviste.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte) di Giuseppe Masala Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi di Michelangelo Severgnini E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran di Francesco Santoianni "Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti