Imperia contro il bloqueo, a fianco di Venezuela e Cuba
di Geraldina Colotti
Imperia contro il bloqueo, a fianco del Venezuela e di Cuba. Pur con le limitazioni imposte dal distanziamento dovuto al coronavirus, il centro sociale La Talpa e l’Orologio ha ospitato una partecipatissima serata sul Venezuela bolivariano, che ha visto l’intervento a distanza di tre straordinari ospiti: Tania Diaz, vicepresidenta dell’Assemblea Nazionale Costituente, che dirige la Commissione Agitazione Propaganda e Comunicazione del Partito Socialista Unito del Venezuela. Il professor Adan Chavez, fratello maggiore del Comandante della rivoluzione bolivariana, responsabile esteri del PSUV, intervenuto dall’Avana, dove svolge le funzioni di ambasciatore. E Carolina Gerendas, rappresentante in Europa della gioventù del partito, coordinatrice della Rete Europea in Difesa della Rivoluzione Bolivariana.
Molte le adesioni di organizzazioni, partiti e associazioni, presenti sul territorio: BRIC-PSUV Italia, Conaicop, Rete Europea in Difesa della Rivoluzione Bolivariana, Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Associazione Italia-Cuba (circolo di Imperia).
Presenti lavoratori e lavoratrici di diversi settori, femministe, operai, precari, migranti, artisti, militanti e attivisti, e studenti impegnati nella ripresa del movimento di lotta che ha già dato buone prove di sé in questi mesi. Due i materiali proposti alla riflessione collettiva: il libro “Hugo Chavez. Così è cominciata”, che raccoglie il dibattito fra il Comandante e alcuni intellettuali della sinistra rivoluzionaria durante il periodo della IV Repubblica in Venezuela. E il documentario “Venezuela, in tempo di guerra”, di Thomas Michel e Rafael Abril, che parte dalle violenze scatenate dall’estrema destra venezuelana nel 2017.
Violenze raccontate in modo falsato dai media occidentali, che hanno presentato i golpisti come “pacifici manifestanti” in lotta contro una presunta “dittatura” diretta da Nicolas Maduro. Una ben strana dittatura, che ha messo a disposizione del popolo le straordinarie risorse del paese, fino ad allora al profitto dell’oligarchia, e che quest’anno si avvia a organizzare la sua elezione n. 25, per rinnovare il Parlamento, il prossimo 6 di dicembre.
Ancora una volta, la propaganda di guerra, scatenata da Trump e dai paesi vassalli degli Usa, compresi quelli dell’Unione Europea, sostiene però il boicottaggio delle istituzioni bolivariane, per favorire le componenti di estrema destra subalterne agli Stati Uniti, e rappresentate dall’autoproclamato “presidente a interim”, Juan Guaidó.
Per questo, su invito dei dirigenti bolivariani e dei movimenti popolari venezuelani, nella parte centrale della serata si è spiegato perché sia fondamentale sostenere la democrazia partecipata e protagonista del Venezuela anche in questo importante appuntamento. Un appuntamento tutt’altro che rituale, essendo le elezioni una chiave per far crescere ulteriormente la coscienza popolare ed aumentare il potere delle classi subalterne nel cammino verso la transizione al socialismo.
Che gli Stati Uniti e i loro satelliti cerchino di impedire l’esercizio del voto, previsto dalla costituzione e legittimato ulteriormente da un ampio accordo con la maggioranza dei partiti di opposizione contrari al golpismo e all’ingerenza esterna, la dice lunga sugli interessi di USA e UE, mossi da fini tutt’altro che “democratici” e “umanitari”.
Difendere la verità del Venezuela – è stato detto – significa perciò difendere il diritto dei popoli a costruire il proprio percorso in piena autonomia: significa difendere la possibilità che il socialismo continui a essere una speranza concreta per il secolo 21. Sullo sfondo, insieme alle bandiere di Cuba e Venezuela, campeggiava la scritta: Yo soy PSUV.