In morte di Aldo Tortorella

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In morte di Aldo Tortorella


di Paolo Desogus*


Sto leggendo numerosi messaggi in ricordo di Aldo Tortorella, partigiano, intellettuale e grande figura del Partito comunista italiano. Vorrei aggiungere il mio, per quanto marginale rispetto alle memorie di chi lo ha frequentato e gli è stato a fianco nella lotta politica.

Ho incontrato Tortorella solo una volta, a casa sua, una quindicina di anni fa. Ero riuscito ad avere il contatto tramite un compagno e lo avevo chiamato al telefono per proporgli un incontro. Stavo infatti cercando materiale sul rapporto tra Pasolini e il Pci, di cui Tortorella era stato responsabile della commissione cultura dal 1975, dopo Napolitano.
Tortorella mi accolse a casa sua e rispose con grande precisione a tutte le mie domande. Mi raccontò in particolare del funerale di Pasolini, la cui organizzazione era stata affidata dalla famiglia al Pci e alla Fgci. Parlammo poi di molti dettagli sul complesso rapporto che Pasolini aveva avuto con i comunisti, soprattutto durante il periodo della segreteria Berlinguer.

A un certo punto della conversazione mi accorsi che Tortorella non aveva più voglia di parlare di Pasolini. Pensai allora che fosse venuto il momento di congedarmi. Con un gesto un po' stupito mi fece però capire che dovevo restare perché. Non avevamo ancora parlato di ciò che contava veramente. E cioè della situazione politica.

Questo fatto mi è rimasto profondamente impresso. Lui, Aldo Tortorella, partigiano, grande dirigente del Pci, voleva sapere cosa pensavo sui fatti politici del periodo... Non c'era in realtà da sorprendersi. Tortorella veniva da una tipo di militanza oggi a noi ignota, quella che assegnava ai dirigenti politici un ruolo di guida concreta, possibilmente il più estranea da paternalismi e formalismi gerarchici. Quel tipo di dirigente doveva sempre chiedere ai compagni cosa pensavano. Aveva l'obbligo di tenere aperto il dialogo.

Non ricordo quanto sono stato a casa sua. Parlammo però a lungo, credo tutto il pomeriggio. Parlammo di parecchi dirigenti politici transitati dal Pci al Pds e Rifondazione.

Parlammo dell'incapacità della sinistra di risollevarsi e di tanto altro. È stato un bellissimo incontro. Da allora gli ho scritto in qualche occasione. E per il compleanno gli mandavo un messaggino sul telefono. Non l'ho però più incontrato. In quell'unico occasione avevo in ogni caso ricevuto tantissimo. Non oso immaginare cosa sia stato per chi lo ha frequentato assiduamente e ha avuto la fortuna di fare politica con lui

Addio grande compagno!


*Post Facebook del 6 febbraio 2025

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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