La legge di Macron "contro le fake news". Arriverà anche in Italia, iniziate a preoccuparvi molto seriamente...

La legge di Macron "contro le fake news". Arriverà anche in Italia, iniziate a preoccuparvi molto seriamente...

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Il governo francese ha grandi progetti per il 2018. Anche se la paralisi politica a Berlino sta frenando i propositi euroriformisti di Emmanuel Macron, il Presidente francese è molto impegnato nel ristabilire la grandeur del suo paese e si sta dando da fare tanto in politica estera quanto in quella interna.





Il Primo Ministro Edouard Philippe ha presentato una lunga lista di riforme da fare nei primi tre mesi dell’anno. Tuttavia, nonostante sul fronte interno le cose sembrano andar bene e la popolarità di Macron stia tornando a crescere, il Presidente sente la necessita di iniziare l’anno nuovo promettendo una legge contro le
fake news.

 

Macron ha annunciato che sarà stabilita una nuova procedura giudiziaria per contrastare la diffusione di fake news durante le campagne elettorali, in maniera da permettere ai giudici di rimuovere contenuti, account e anche interi siti internet nel caso abbiano diffuso notizie false. Come faranno i giudici a decidere quali notizie sono vere e quali false e se gli autori di questi contenuti potranno essere identificati e perseguiti è ancora tutto da vedere.


Macron vuole che che le piattaforme di internet rendano pubblico l’identità di chi sponsorizza o controlla la pubblicazione dei contenuti, e mettere un limite all’entità della sponsorizzazione. Probabilmente questo ultimo punto ha come obiettivo le famigerate strategie di influenza russa sulle campagne elettorali occidentali, quelle ingerenze sempre sbandierate ma mai riscontrate.

 

La legge cambierà il modo in cui piattaforme come Facebook e Twitter operano in Francia, anche se adesso è ancora difficile capire come. Il governo ha intenzione di presentare e far approvare la legge entro la fine di quest’anno, in tempo per la campagna elettorale per le elezioni europee del 2019 dove Macron ha in mente di presentare il suo movimento in diretto collegamento con dei movimenti simili in altri paesi europei.

 

Per capire dove stiamo andando, non bisogna guardare lontano. Una legge simile, più subdola ed efficace, è presente in Germania ed è entrata pienamente in vigore a partire dal nuovo anno. La legge tedesca NetzDG prende di mira soprattutto i social network e obbliga le aziende proprietarie delle piattaforme a rimuovere entro 24 ore i post “chiaramente illegali” segnalati perché contenenti minacce, calunnie, incitazioni all’odio e alla violenza.


Le aziende proprietarie rischiano multe fino a 50 milioni di euro in caso di mancata applicazione della nuova normativa. Il governo tedesco ha emanato la legge a ottobre ma ha dato alle aziende – Facebook e Twitter su tutte – tre mesi di tempo proprio per rendere operativa la struttura destinata a occuparsi del monitoraggio e nominare dei referenti ben precisi incaricati di relazionarsi con le autorità.

 

La NetzDG ha già mietuto la prima vittima, e non è un utente anonimo. Beatrix Von Storch, importante deputata di AfD, è stata temporaneamente bannata da Twitter dopo aver accusato la polizia di Colonia di provare ad addolcire “le orde barbariche e musulmane di maschi stupratori” con un tweet di auguri di Capodanno in arabo.


Twitter ha rimosso il messaggio dicendo che violava le sue regole sull’incitamento all’odio e Beatrix Von Storch è finita sotto indagine per incitamento all’odio razziale.

Adesso, per quanto possa essere criticabile il comportamento della Von Storch, questo modo di operare è preoccupante.

Una legge come questa mette seriamente il rischio la libertà d’espressione e mette aziende come Facebook e Twitter nella scomoda posizione di dover esprimere un giudizio immediato su situazioni che dovrebbero essere materia discussa esclusivamente nei tribunali tedeschi. Di fronte al rischio di multe così clamorose (ripeto, fino a 50 milioni di euro) è ovvio che i gestori delle piattaforme social rimuoveranno immediatamente tutti i contenuti a rischio, compresi quelli relativamente innocui o comunque non penalmente rilevanti, ed è questo aspetto a rendere particolarmente subdola ed efficace la NetzDG.

 

Beatrix Von Storch ha replicato il tweet incriminato su Facebook per vedere cosa succedeva, stavolta dicendo “Buon anno! In un paese libero! Dove ognuno può chiamare barbaro un barbaro – perfino se è musulmano”. La Von Storch ha detto di essersi sentita in dovere di parlare dopo aver avuto notizia delle zone di sicurezza riservate alle donne durante le celebrazioni di Capodanno. I responsabili di Facebook però non sono stati convinti da questa spiegazione e hanno preferito rimuovere il post.


Nel frattempo, anche la leader di AfD, Alice Weidel, ha visto rimuovere uno dei suoi tweet in cui diceva che in Germania le autorità vogliono far vivere i tedeschi con orde di criminali immigrati. Alexander Gauland, co-leader di AfD, ha detto che la legge sulla censura ha già dimostrato di poter limitare la libertà d’espressione, e ha invitato gli utenti dei social media a rivoltarsi contro questa oppressione postando e ripostando continuamente i commenti e i tweet incriminati.

 

Considerando che dopo la Germania anche la Francia sta legiferando in materia, e facile prevedere che anche in Italia vedremo presto una legge di questo tipo. La Boldrini ha aperto la strada già in questa legislatura, facendo proprio riferimento alle campagne elettorali viziate da odio e fake news.

Dopo la Germania, anche i governi di Francia e Italia (e altri) vorranno arrivare alle elezioni europee del 2019 con una legge in grado di colpire la comunicazione sui social network. Siamo appena agli inizi di una deriva che non sappiamo fino a dove può arrivare. Martirizzare certi personaggi è controproducente, e anche se qualcuno può essere d’accordo nel vedere una repressione contro l’estrema destra di AfD bisogna sempre tenere a mente che, una volta istituiti, questi strumenti possono essere usati contro chiunque. Anche contro di noi, anche contro di te.

 

Federico Bosco

 

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