La situazione nella Repubblica Centrafricana
Il leader della coalizione Seleka si autoproclama nuovo presidente della Repubblica Centrafricana
Domenica 24 marzo, Michel Djotodia, capo dei ribelli della coalizione Seleka e ministro della Difesa nel governo di transizione nato dall’accordo dell’11 gennaio tra il presidente François Bozizé e i ribelli, si è autoproclamato presidente della Repubblica Centrafricana. L’annuncio ha seguito di poche ore la presa della capitale Bangui (23 marzo) e la fuga in Camerun del presidente Bozizè.
Djotodia ha sospeso la Costituzione e sciolto il Parlamento ma ha promesso il rispetto degli Accordi di Libreville e ha confermato Nicolas Tiangaye come primo ministro del paese, incaricandolo di organizzare elezioni libere entro tre anni.
I ribelli hanno accusato Bozizè di non rispettare gli Accordi di Libreville, firmati lo scorso 11 gennaio. L’accordo prevedeva innanzitutto la fine delle ostilità nel paese ed era vincolato ad una serie di condizioni politico-militari avanzate dai ribelli: le dimissioni del presidente François Bozizé, il ritiro dei militari del Sudafrica inviati a sostegno del governo, l’integrazione dei combattenti di Seleka nell’Esercito, la liberazione dei prigionieri politici e la nomina di un primo ministro, espressione dell’opposizione, che Bozizé non avrebbe potuto destituire. Sempre sulla base degli accordi, la transizione politica si sarebbe dovuta concludere con le elezioni legislative, da tenersi entro un anno.
A seguito del golpe, l’Unione Africana ha sospeso la Repubblica Centrafricana dall’organizzazione