L'ex presidente ecuadoriano Correa a Grillo: benvenuto nel club dei populisti

Grande intesa tra Beppe Grillo e l'ex presidente socialista dell'Ecuador Rafael Correa

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L'ex presidente ecuadoriano Correa a Grillo: benvenuto nel club dei populisti



di Danilo Della Valle
 

Quando durante la Elap (encuentro latinoamericano progresista) del 2015 l'allora portavoce del M5s Alessandro Di Battista vi partecipò con tanto di discorso pubblico, non furono in pochi in Italia a storcere il naso; perchè l'unico italiano che interviene in pubblico alla Elap è il rappresentante di un partito non di sinistra?

 

Eppure la risposta era abbastanza chiara per molti: il movimento progressista e di liberazione nazionale che stava attraversando i Paesi latinoamericani, dall'Ecuador all'Argentina, dalla Bolivia al Venezuela ed al Brasile, aveva tante parole d'ordine in comune con quel M5s che aveva in Italia cambiato per certi versi la politica del BelPaese, portando alla ribalta della scena politica persone sconosciute, con storie diverse e preparazione diversa, con meriti diversi e contraddizioni altrettanto differenti. 

 

La lotta alla corruzione, al bipolarismo che attanagliava da decenni la politica italiana, le battaglie per i beni comuni e la democrazia partecipata erano le parole d'ordine che più risuonavano nel continente latinoamericano quando si parlava di M5s. A distanza di qualche anno l'Ecuador della rivoluzione cittadina, molto vicina per certi versi alla “nuova rivoluzione culturale” di cui  il M5s si fa promotore, torna ad incontrarsi e dialogare con il Movimento, o meglio con chi ha dato vita a questo progetto “socio-politico”. Proprio il 5 Luglio è andata in onda sul canale russo “Russia Today” la puntata di “Conversando con Correa” nella quale l'ex presidente dell'Ecuador ha avuto come ospite Beppe Grillo. La lunga chiacchierata, per alcuni versi molto interessante, che potete trovare di seguito qui in versione integrale (Beppe Grillo a Rafael Correa: «Sono orgoglioso di essere populista»), ha dato degli spunti ai telespettatori soprattutto quando si è parlato di partecipazione popolare e di necessità di avere un reddito universale, punti sui quali i due interlocutori sembravano potessero esser d'accordo. Si è inoltre toccato il punto dei beni comuni; sia Correa che Grillo sembravano condividere l'idea che è da cambiare prima di tutto la logica individualista delle persone e sostituirla con la logica del “bene comune” collettivo, il bene pubblico di tutti ed al servizio di tutti. 

 

 

Questa intervista non ha fatto altro che confermare il fatto che il “populismo” delle origini del M5s prende molta ispirazione dal populismo latinoamericano, dove al centro vengono messi al centro i bisogni dei cittadini e non quelli dei mercati e della finanza. Molto spesso infatti dal blog di Beppe Grillo si sono letti articoli di solidarietà nei confronti dell'ex Presidente del Brasile Lula, accusato di corruzione con il solo fine di escludere un “amico del popolo” dalle competizioni elettorali, o anche dello stesso ex Presidente Rafael Correa. E d'altronde, il comico genovese durante l'intervista ha anche confermato la sua vicinanza a Lula e ai “populisti” che vengono attaccati dagli oppositori con il solo obiettivo di escluderli dalla partecipazione alle elezioni.

 

Insomma, il club dei populisti si allarga sempre di più, come ha dichiarato Correa dando il benvenuto a Grillo e al M5s in questo mondo variegato, ma può rappresentare una vera forza di cambiamento se indirizzato alla critica del sistema economico attuale, quello neoliberista. Con Grillo che si spinge sino a dire a Correa: “Quando torni in Italia ti nominiamo presidente del Movimento 5 Stelle”. 

 

Quello che però suona strano è altro: in Italia ed in Europa molto spesso la parola populismo è associata per identificare movimenti o partiti in chiave negativa, non solo da parte dei media mainstream ma anche dai partiti o movimenti che si dicono avanzati e/o progressisti. Gli stessi però guardano con simpatia le esperienze latinoamericane che sono sì progressiste ma allo stesso tempo non possono non esser giudicate “populiste”. Probabilmente servirebbe una riflessione sul populismo dal punto di vista storico, etimologico ed attuale, una differenziazione essenziale potrebbe esser utile per capire certi fenomeni ed indirizzarli nella giusta direzione. Intanto, mentre le accuse continuano veementi, i populisti italiani sembra abbiano fatto breccia tra i populisti progressisti latinoamericani.

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