L'Iran ammette l'abbattimento dell'aereo civile. Un tragico errore

4380
L'Iran ammette l'abbattimento dell'aereo civile. Un tragico errore



Piccole Note
 

L’Iran ha ammesso che il Boeing del’Ucraina Airlines precipitato presso l’aeroporto di Teheran è stato abbattuto da missili sparati dalla propria contraerea. Ammissione tardiva, ma chiarificatrice, dopo tanto caos. A sparare i missili, membri dei guardini della rivoluzione, forza paramilitare autonoma dall’esercito regolare.


Un “errore disastroso”, hanno dichiarato le autorità di Teheran, dopo giorni in cui avevano negato recisamente le accuse in tal senso, spiegando al mondo che non si era registrato alcun lancio di missili. Un errore anche nostro, che in altra nota avevamo acceduto alla versione dell’Iran.


Ciò perché era invero impensabile che potessero negare e, allo stesso tempo, invitare esperti britannici, canadesi e periti della Boeing a Teheran per acclarare i fatti.


Tale dinamica fa presumere che anche le autorità iraniane fossero state indotte all’errore dalle informazioni loro date dal corpo dei Guardiani della rivoluzione, che evidentemente hanno provato a coprire i responsabili dell’abbattimento.


Probabile, dunque, che si sia consumato un braccio di ferro interno e che alla fine, le autorità politiche e l’esercito regolare abbiano avuto informazioni reali e abbiano imposto la loro linea.


Possibile anche, ma meno probabile, che la negazione iniziale sia dovuta a un tentativo di allungare i tempi della “confessione” pubblica.


Per evitare che la tragedia che si è consumata sui cieli di Teheran fosse sovrapposta al lancio di missili contro le basi americane in reazione all’uccisione del generale Qassem Soleimani, avvenuto nello stesso giorno.


L’incendio che stava consumando il Medio oriente doveva spegnersi prima di introdurre nuove criticità nel complesso rebus regionale.


Come è possibile anche che vi siano infiltrati nei Guardiani della rivoluzione e che il disastro sia stato non accidentale, ma voluto per scatenare quella guerra con gli Usa che le autorità di Teheran hanno eluso a fatica.


Insomma, tante le ipotesi per spiegare l’accaduto, alle quali va aggiunto che l’abbattimento avviene in un momento di riorganizzazione interna delle Forze dei guardiani della rivoluzione, che hanno certo risentito a livello organizzativo dell’uccisione del loro Comandante in capo.


Nel caos, o quantomeno in un clima destabilizzato, diventa più possibile l’errore o, peggio, l’intrusione di variabili nefaste dovute all’infiltrazione.


Ma al di là, la vicenda, a parte la tragedia di quelle morti innocenti, non sembra destinata a porre nuove criticità nella crisi iraniana.


L’Ayatollah Khamenei, leader spirituale – e non solo – del Paese, ha ordinato allo Stato Maggiore delle Forze armate di indagare sull’accaduto (Tansim).


Il fatto che delle indagini sia stato investito l’esercito regolare dell’Iran suggerisce una qualche sfiducia riguardo i guardiani della rivoluzione, rafforzando l’idea che da parte loro ci sia stato un tentativo di coprire responsabili e responsabilità.


Resta che senza la crisi innescata dall’uccisione del generale Soleimani, probabilmente quelle vite non sarebbero state perse. Come da accuse delle autorità iraniane agli Stati Uniti.

 

Ps. Non ci è stato arduo, anche se è ovviamente seccante, riconoscere il nostro errore di lettura della vicenda. Le topiche, soprattutto in momenti confusi e concitati come quelli appena vissuti in Medio oriente, possono capitare. Anche questo fa parte del giornalismo.


Purtroppo è facile constatare come invece nel nostro settore si è troppo spesso inclini a evitare tale esercizio, come avvenne per i tanti che hanno asserito con certezza l’esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq al tempo di Saddam, che non hanno mai ammesso quel tragico errore e che pure hanno fatto carriere folgoranti. Capita anche questo.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

"I nuovi mostri" - Roger Waters "I nuovi mostri" - Roger Waters

"I nuovi mostri" - Roger Waters

Venezuela nel mirino: la narrazione che assolve gli USA di Fabrizio Verde Venezuela nel mirino: la narrazione che assolve gli USA

Venezuela nel mirino: la narrazione che assolve gli USA

Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina di Giuseppe Masala Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina

Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina

La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE   Una finestra aperta La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE

La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Ma che c'entra La Russa con Pasolini? di Paolo Desogus Ma che c'entra La Russa con Pasolini?

Ma che c'entra La Russa con Pasolini?

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo di Alessandro Mariani Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo

Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La sinistra, l'America, e l'Occidente di Giuseppe Giannini La sinistra, l'America, e l'Occidente

La sinistra, l'America, e l'Occidente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire di Michele Blanco La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire

La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

L'orrore e' il capitalismo di Giorgio Cremaschi L'orrore e' il capitalismo

L'orrore e' il capitalismo

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti