Lo Stretto di Taiwan non è uno “schermo di proiezione” per la nostalgia imperiale della Gran Bretagna
Editoriale del quotidiano cinese Global Times
Di recente, alla domanda su cosa stia facendo il Regno Unito per aiutare l'isola di Taiwan a "prepararsi a una potenziale escalation da parte della Cina", il Segretario alla Difesa britannico John Healey ha affermato: "Se dobbiamo combattere, come abbiamo fatto in passato, Australia e Regno Unito sono nazioni che combatteranno insieme". Sebbene il funzionario britannico abbia subito "frenato" in seguito, affermando di stare parlando in "termini generali", le sue dichiarazioni, che i media britannici hanno descritto come tra le "più energiche da parte di un rappresentante britannico in merito al possibile coinvolgimento in una futura guerra nella regione", indicano l'intenzione di alcuni politici britannici di rafforzare la presenza del Regno Unito nell'area Asia-Pacifico.
Healey ha rilasciato queste dichiarazioni a bordo della HMS Prince of Wales a Darwin, in Australia. L'attuale posizione strategica della Gran Bretagna non può essere separata dalla sua realtà di fondo. Mentre Washington rivaluta il patto di sicurezza trilaterale AUKUS, il Regno Unito è ansioso di costruire un nuovo quadro bilaterale con l'Australia, inclusa la firma di un trattato di difesa della durata di 50 anni, sabato. Inoltre, il Paese ha inviato un gruppo di portaerei d'attacco per unirsi alla più grande esercitazione militare mai condotta dall'Australia, Talisman Sabre 2025. Sebbene la spiegazione ufficiale della partecipazione del Regno Unito all'esercitazione sia quella di "dimostrare l'incrollabile impegno della Gran Bretagna per la sicurezza dell'Indo-Pacifico", in sostanza, si tratta di una performance geopolitica volta a dimostrare che la Gran Bretagna è ancora "rilevante" nella regione.
Le parole di Healey richiamano un recente articolo del Financial Times: gli Stati Uniti hanno fatto pressione sui Paesi alleati, tra cui Giappone e Australia, affinché chiarissero la loro posizione in caso di conflitto nello Stretto di Taiwan, solo per poi ritrovarsi di fronte a "un'indignazione collettiva", secondo quanto riportato da alcune fonti. A differenza di questi Paesi, che hanno mantenuto un riserbo diplomatico sulla questione di Taiwan, il capo della Difesa del Regno Unito si è affrettato a dichiarare che il Regno Unito era "pronto a combattere" nello Stretto. In ogni caso, non sembra che Londra stia offrendo una "promessa di lealtà" a Washington, che spera che i suoi alleati condividano maggiori responsabilità in materia di sicurezza?
L'ironia è che non molto tempo fa, il Primo Ministro australiano Anthony Albanese si è esplicitamente rifiutato di commentare se l'Australia si sarebbe unita agli Stati Uniti e ad altri alleati nella lotta alla Cina in caso di scoppio di un conflitto. Ha anche confermato che l'Australia rimane fedele alla politica di una sola Cina e non sostiene "l'indipendenza di Taiwan" durante il suo incontro con il Presidente cinese Xi Jinping a Pechino il 15 luglio. Data la posizione cauta e moderata di Canberra, viene da chiedersi: l'Australia è almeno a conoscenza del fatto che il Regno Unito si è impegnato a "combattere insieme" con essa?
Per il Regno Unito, tale atteggiamento riflette anche un persistente "spettro dell'era imperiale". Per un Paese che un tempo si vantava di colonizzare molti Paesi e regioni e di proiettare il suo potere oltremare, ostentare le sue portaerei nel Pacifico e incitare il militarismo sullo Stretto di Taiwan è poco più che una nostalgia autoindulgente. In particolare, dopo aver rilasciato dichiarazioni così provocatorie, Healey ha rapidamente "fatto marcia indietro", ribadendo che il Regno Unito preferirebbe che qualsiasi controversia nella regione fosse risolta "pacificamente" e "diplomaticamente". Tuttavia, questa è una manovra tipica di alcuni politici occidentali: cercare di raccogliere dividendi geopolitici evitando di scottarsi. Nel loro tentativo di apparire equi ed equilibrati, finiscono per rivelare solo il loro opportunismo.
Tuttavia, la questione di Taiwan è al centro degli interessi fondamentali della Cina e rappresenta una linea rossa che non deve essere oltrepassata. Lo Stretto di Taiwan non è uno "schermo di proiezione" per la nostalgia imperialista britannica, un palcoscenico su cui alcuni politici possono mettere in scena la loro ostentazione politica, né un'arena in cui i paesi possono ostentare la loro rilevanza geopolitica. Se il capo della Difesa britannico è davvero ansioso di "chiarire" che l'approccio del Regno Unito a Taiwan rimane invariato, allora che ciò – nel rispetto del principio di una sola Cina – si rifletta nei fatti, non solo nelle parole.
La determinazione strategica della Cina, la sua preparazione militare e la sua incrollabile volontà di difendere la riunificazione nazionale non possono essere scosse da qualche osservazione guerrafondaia da parte di alcune personalità occidentali. Qualsiasi retorica sconsiderata sulla questione di Taiwan non farà altro che mettere in luce la fragilità strategica e mettere in imbarazzo sulla scena mondiale coloro che hanno pronunciato tali parole.
(Traduzione de l’AntiDiplomatico)