Luisa González: "No alla base USA, sì a un Ecuador forte e unito"

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Luisa González: "No alla base USA, sì a un Ecuador forte e unito"

Luisa González, candidata presidenziale dell'Ecuador per il movimento Revolución Ciudadana (RC), ha parlato con RT dopo il suo passaggio al ballottaggio nelle elezioni tenutesi domenica scorsa. Durante l'intervista, González ha affrontato temi di attualità, dalla sicurezza nazionale alla politica estera, criticando aspramente l'attuale presidente Daniel Noboa e delineando la sua visione per un Ecuador più forte e unito.

Sicurezza nazionale: priorità assoluta

Uno dei temi centrali della campagna di González è la sicurezza nazionale. La candidata ha sottolineato la necessità di "recuperare l'infrastruttura e l'equipaggiamento per la forza pubblica", proponendo l'acquisto di veicoli e l'introduzione di nuove tecnologie. Di fronte alla domanda su come finanziare tali iniziative in un contesto di debito pubblico elevato, González ha risposto con fermezza: "Non è che non ci siano risorse, è che non sanno usarle. C'è una sottoutilizzazione del budget".

Ha poi aggiunto che è possibile generare maggiori risorse aumentando la produzione petrolifera, attirando investimenti esteri e migliorando le relazioni internazionali. "Abbiamo la peggiore produzione petrolifera degli ultimi anni e il peggior afflusso di investimenti esteri dell'ultimo decennio", ha criticato, attribuendo la colpa all'isolamento internazionale del paese sotto l'attuale governo.

Critiche a Noboa e all'isolamento internazionale

González ha duramente criticato il presidente neoliberista Daniel Noboa per la sua gestione delle relazioni estere, accusandolo di aver alienato l'Ecuador dalla comunità internazionale. "Abbiamo un presidente che litiga con la comunità internazionale, parla male degli altri presidenti latinoamericani e ha fatto sì che l'Ecuador sia isolato e senta il ripudio", ha affermato. Come esempio, ha citato la mancata partecipazione di qualsiasi leader latinoamericano alla Cumbre Iberoamericana dello scorso novembre, interpretandola come un "rifiuto" della regione verso Noboa.

No alla base militare statunitense

Sulla proposta di Noboa di installare una base militare statunitense in Ecuador, González si è espressa con scetticismo: "È una proposta del signor Noboa, alla quale gli Stati Uniti non hanno nemmeno risposto. È l'idea di qualcuno che non sa governare, che non sa creare uno Stato sicuro". La candidata ha invece proposto una visione alternativa per garantire la sicurezza: "Un Stato forte e presente, con una forza pubblica depurata e ben equipaggiata". Ha criticato l'attuale situazione in cui i poliziotti vengono mandati in strada senza armi né giubbotti antiproiettile, esponendoli a rischi inutili.

Risultati elettorali e ballottaggio

I risultati delle elezioni di domenica hanno visto un testa a testa tra González e Noboa, con nessuno dei due candidati in grado di ottenere la maggioranza assoluta necessaria per vincere al primo turno. Con circa il 98% dei voti scrutinati, Noboa ha ottenuto il 44,3%, mentre González si è fermata al 43,8%. I due si affronteranno nuovamente nel ballottaggio previsto per il 13 aprile.

Prima della diffusione dei risultati ufficiali, il team di Noboa aveva organizzato una celebrazione anticipata, basandosi su un exit poll che prevedeva una sua vittoria al primo turno. Tuttavia, l'evento è stato annullato e Noboa è rimasto in silenzio fino a lunedì mattina, quando ha pubblicato un comunicato sui social media per celebrare i risultati del suo movimento, Acción Democrática Nacional (ADN), nelle elezioni legislative.

Una sfida per il futuro dell'Ecuador

Il ballottaggio di aprile rappresenterà una scelta cruciale per l'Ecuador. Mentre il neoliberista Noboa punta su alleanze militari e allineamento ferreo agli Stati Uniti, González propone un modello di sicurezza interna rafforzata e una politica estera più incisiva, volta a riavvicinare il paese ai suoi vicini latinoamericani. Con un elettorato diviso e una campagna elettorale sempre più accesa, l'Ecuador si prepara a una decisiva battaglia per il suo futuro.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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