Maduro: "In Venezuela non tornerà al potere l'oligarchia"

Maduro: "In Venezuela non tornerà al potere l'oligarchia"

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Il Presidente Nicolás Maduro ha affermato che in Venezuela governa il popolo, quindi non torneranno al potere le oligarchie. 

Dal Palazzo Miraflores, dove è culminata la carovana della Furia Bolivariana, il leader bolivariano si è rivolto al popolo rivoluzionario.

Nel suo discorso, il massimo dirigente venezuelano ha criticato il fatto che i settori estremisti sono guidati dall'odio, dall'ambizione eccessiva e dallo spirito di vendetta. Alla luce di ciò, ha affermato che la Rivoluzione Bolivariana deve essere pronta "a farsi rispettare nelle strade e nelle piazze, con il popolo, con l'unione civico-militare".

"In Venezuela comanda il popolo, qui solo il popolo stabilisce o rimuove (i presidenti). I cognomi non governano qui, né mai lo faranno in questo Paese. I soliti nomi sono guidati solo dal denaro, dall'odio, dall'ambizione eccessiva e dallo spirito di vendetta", ha sottolineato il capo di Stato.

Ha inoltre esortato il popolo a forgiare una potente unione nazionale per unire tutti i venezuelani contro il nemico dei cognomi, l'oligarchia e gli imperialismi.

Maduro ha esortato la destra a rispettare e fermare le manovre che cercano di minare la stabilità nazionale.

"Mi rivolgo a te (Leopoldo) López, a te (Henrique) Capriles, a te (María) Machado, a te (Antonio) Ledezma, a te (Juan) Guaidó: rispettate il fatto che, prima di qualsiasi invenzione, il popolo sarà in silenzio per difendere la pace, per trionfare sul cammino della pace".

Durante la commemorazione del 32° anniversario della rivolta civico-militare del 4 febbraio 1992, il presidente ha avvertito che non bisogna distrarsi, ma lavorare duramente al fine di preservare il cammino di recupero integrale del Venezuela. Questo con l'obiettivo di difendere il diritto alla pace, alla tranquillità e al lavoro.

Ha sottolineato che la Rivoluzione deve essere in costante rinnovamento per mantenere viva l'eredità del Comandante Supremo, Hugo Chávez Frías.

Elezioni

Quest’anno sono previste le elezioni presidenziali e a tal proposito il presidente Maduro ha affermato che la data della contesa elettorale sarà stabilita dal “dialogo nazionale" il cui inizio è previsto per oggi 5 di febbraio.

"Facciamo appello a tutti i fattori della società venezuelana, i partiti politici hanno già confermato la loro presenza per iniziare la grande consultazione nazionale. Ci rivolgiamo anche ai lavoratori, ai contadini [...] a tutti coloro che hanno qualcosa da dire", ha dichiarato, come riportato dai media locali.

Le elezioni saranno poi convocate dall’ente preposto, ossia il Consiglio Elettorale Nazionale (CNE), come previsto dalla Costituzione venezuelana. 

In ogni caso, ha affermato che le forze del chavismo “saranno preparate” per andare verso una nuova vittoria elettorale. “Sono sicuro che il giorno in cui saranno convocate, nel mese di marzo, nel mese di aprile, nel mese di maggio, nel mese di luglio, non smetteremo di lavorare. Non smetteremo di lavorare, continueremo a lavorare per il popolo, a lanciare le grandi missioni perché il popolo ha bisogno di protezione, di accompagnamento, di amore, di benessere; dopo tante guerre dell'imperialismo e sanzioni. Quando il Consiglio Nazionale Elettorale convocherà le elezioni, noi saremo pronti (...) questo popolo scenderà in piazza per trionfare e scrivere una nuova storia".

Ha inoltre sottolineato la grande mobilitazione popolare che si è svolta nella giornata di ieri, in cui è stata ricordata l'eredità del comandante Hugo Chávez nella ribellione del 4F, e ha esortato a "creare una potente unione nazionale, un'ampia alleanza, un ampio fronte nazionale, un'ampia unione del popolo venezuelano verso il 2030".

"Dobbiamo perseverare nel cammino di recupero integrale del Venezuela, dobbiamo difendere la via della pace, della tranquillità e del lavoro, per proseguire nel nostro cammino di costruzione di un nuovo modello economico non dipendente, che soddisfi le esigenze del popolo e generi ricchezza", ha aggiunto.

Ricordando il Comandante Hugo Chávez e il 32° anniversario della ribellione militare, ha ribadito che "fu una ribellione popolare e il Venezuela fu l'epicentro della grande ribellione del popolo e dell'esercito liberatore contro il progetto colonizzatore dell'imperialismo negli anni '90". 

"Voglio oggi, 32 anni dopo il 4 febbraio 1992, alzare gli occhi al cielo e dire: grazie, comandante Chávez, grazie per la tua ribellione, grazie per il tuo coraggio, ¡qué viva Chávez!".

Nuove missioni

Il leader venezuelano ha infine annunciato che presto saranno lanciate due nuove grandi missioni sociali per il popolo.

La prima, che sarà attivata a febbraio, sarà la Gran Misión Viva Venezuela per salvare la cultura popolare e l'identità nazionale, mentre la seconda è la Gran Misión Igualdad y Justicia Social Hugo Chávez Frías, che sarà lanciata il prossimo marzo, "per proteggere e rispondere alle esigenze dei più bisognosi del Paese", secondo un comunicato stampa presidenziale.

"E così stiamo articolando un'offensiva sociale accanto alla ripresa dell'economia reale, della produzione alimentare e della ripresa industriale. Insieme stiamo recuperando, da un lato, una nuova economia e, dall'altro, i diritti sociali che solo la Rivoluzione Bolivariana ha dato al popolo venezuelano".


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La Redazione de l'AntiDiplomatico

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