Marò, De Mistura ed un gruppo di parlamentari italiani in India. Respinta la richiesta di libertà su cauzione per i due soldati italiani
Il caso dei due marò detenuti in India, accusati di aver ucciso due pescatori, scambiati per pirati al largo delle coste del Kerala fin da subito ha mostrato tutte le sue difficoltà diplomatiche, politiche, procedurali. Non è casuale che i soldati italiani siano ancora in carcere dopo che la custodia preventiva da parte dei giudici di Kollam è stata estesa per la terza volta pur non essendoci prove evidenti della loro colpevolezza. Anche le perizie balistiche, che avrebbero dovuto fare piena luce sull'accaduto,hanno dato esiti sconcertanti stabilendo la corrispondenza tra le pallottole ritrovati nei cadaveri e un fucile italiano che non era usato dai due marò a bordo della Enrica Lexie.
E' tutto molto particolare in questa vicenda che ha più il sapore dell'affermazione di una prossima potenza globale quale l'India nello scacchiere internazionale che un semplice caso giudiziario. Anche l'ultima richiesta dei legali dei soldati italiani riguardo ad un ricorso per ottenere libertà su cauzione è stato respinto. Il giudizio poi sul difetto di giurisdizione si è procastinato alla fine di luglio a casua delle ferie dell'apparato giudiziario indiano. Il Vice Ministro Staffan de Mistura insieme ad un gruppo di parlamentari italiani appartenenti a tutti gli schieramenti politici sarà nuovamente in India nei prossimi giorni per continuare l'azione diplomatica per fare in modo che Massimo Latorre e Salvatore Girone lascino il carcere di Trivandrum e trascorrano il periodo di custodia preventiva in un altro luogo e poi che tornino a casa. Anche perchè il memorandum presentato dal governo di Nuova Delhi in cui si afferma che la giurisdizione da applicare al caso sarebbe quella indiana dal momento che l'incidente si è svolto in acque territoriali indiane non lascia sperare nulla di buono nel proseguio della vicenda. Si è svolta anche a Roma una fiaccolata organizzata dai familiari dei due soldati per porre nuovamente l'attenzione sui due soldati la cui sorte giudiziara rimane molto cupa.