Marò, Nuova Delhi sostiene le tesi dello Stato del Kerala. Lontana la soluzione della vicenda
Oggi era prevista l’udienza presso la Corte Suprema di Nuova Delhi per decidere sul ricorso per difetto di giurisdizione presentato dai legali dei due soldati italiani, accusati di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala. Tuttavia l’udienza è stata rimandata proprio per volontà della difesa per avere più tempo per analizzare le memorie legali presentate dal governo di Nuova Delhi che in un nutrito memorandum ha mostrato forse in parte un po’ a sorpresa molto più appoggio alla posizione delle autorità dello Stato del Kerala di quanto ci attendesse. Se la Corte Suprema aveva criticato in una propria requisitoria l’operato della polizia di Kollam proprio perché non avrebbe avuto il diritto di bloccare la nave Enrica Lexie dal momento che l’episodio in questione era avvenuto in acque internazionali ora Nuova Delhi sembra controvertire tale approccio.
Il Governo indiano infatti afferma che il ricorso del Governo Italiano sulla giurisdizione alla Corte Suprema è inammissibile dal momento che solo i singoli possono adire per violazione dei diritti umani alla Corte ma non gli stati. Inoltre sempre secondo Nuova Delhi il codice penale indiano sarebbe applicabile fino a 200 miglia dalla costa e quindi lo Stato del Kerala avrebbe tutto il diritto di perseguire i due marò italiani e ad aver bloccato la Enrica Lexie. In tal modo sembra che governo federale e governo locale si compattino sulle medesime posizioni. Roma non ha ancora commentato ufficialmente i recenti sviluppi della vicenda dimostrando di voler ancora mantenere sempre una linea diplomatica e morbida. Tuttavia è pur vero che l’11 maggio i due soldati italiani sono attesi ad una ennesima udienza per prolungare la carcerazione preventiva e pur essendo a tre mesi dal loro arresto non vi sono prove, neanche quella balistica, che dimostrino la loro colpevolezza e pertanto l’approccio del governo italiano dovrebbe essere decisamente più duro.