NYT: Gli hacker israeliani hanno aiutato Riad a spiare i dissidenti
Gli hacker israeliani hanno aiutato l'Arabia Saudita a spiare dissidenti come il giornalista saudita assassinato Jamal Khashoggi, secondo quanto rivela il quotidiano statunitense, The New York Times.
Secondo un'inchiesta pubblicata ieri sul The New York Times, Saud al-Qahtani, un importante ex consigliere del principe ereditario saudita, Muhamad bin Salman, contattò una società di tecnologia israeliana per il suo giro di vite sulla dissidenza del regno arabo.
Al-Qahtani ha utilizzato i servizi di NSO Group, azienda leader in Israele di tecnologia sviluppata dagli operatori dei servizi segreti israeliani, per spiare persone considerate minacce per il regno, secondo il quotidiano statunitense.
Il giornale sostiene che Al-Qahtani ha utilizzato gli strumenti della NSO Group per rintracciare i dissidenti sauditi in tutto il mondo come parte dei suoi "sforzi estesi di sorveglianza che alla fine ha portato all'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi."
I servizi software della ha aiutato le autorità saudite a spiare la cerchia più vicina a Khashoggi, critico della politica della monarchia araba attraverso editoriali pubblicati sul quotidiano statunitense The Washington Post prima del suo macabro omicidio del 2 Ottobre 2018 presso il Consolato saudita a Istanbul.
Nei messaggi scambiati con i dipendenti del Gruppo NSO, ha aggiunto il media di New York, Al-Qahtani ha parlato di "grandi piani" per utilizzare i propri strumenti di sorveglianza in paesi come Turchia, Qatar, Francia e Regno Unito.
Il New York Times pubblicò già un'altra inchiesta, lo scorso ottobre, in cui riportava la creazione di un esercito online da parte di Riad per reprimere i suoi critici e dirigere l'opinione pubblica contro i giornalisti con influenza nel paese.